Denunciò la pipì illegale, si ritrova alla sbarra per minacce

Mercoledì 20 Settembre 2017
BELLUNO - Denunciò i due ragazzi stranieri che fecero pipì sul suo negozio nel 2014, al passaggio del Giro di Italia, ora si ritrova in Tribunale. E rischia la condanna. Incredibile dedalo di denunce e controdenucne quello che ha portato alla sbarra Fabio Savi, titolare della Savicolor di via Cavour. L'uomo è accusato di aver minacciato i giovani vandali con un taglierino con lama di 10 centimetri. Un taglierino che però non è mai stato trovato nell'intervento della polizia e nemmeno era in vendita. Proprio su questo ha basato la sua arringa l'avvocato di Savi, Monica Barzon, che con il collega Mauro Gasperin difende l'imprenditore. Due le accuse delle quali doveva rispondere: minaccia aggravata dall'uso di un'arma, il taglierino, e tentato danneggiamento aggravato, perché avrebbe dato un calcio alla macchina di uno dei due ragazzi. Il pm Sandra Rossi ieri ha chiesto la condanna a 9 mesi. La parte civile, Tejlor Krisafi (avvocato Alessandro Schillaci), proprietario dell'auto, ha chiesto il risarcimento di 5mila euro.
Ma il processo ieri era anche a parti invertite: Savi era parte civile, sempre con avvocato Monica Barzon, nei confronti dell'altro straniero, Gentian Gashi (avvocato Mariangela Sommacal). Il giovane era accusato di aver minacciato Savi con la frase: «Do fuoco a te e al tuo negozio». Il pm Sandra Rossi ha chiesto per lui la condanna a 3 mesi e l'avvocato Barzon ha chiesto il risarcimento di 5mila euro per il suo cliente. Le sentenze si conosceranno il 3 ottobre.
Tutto era iniziato con il processo a Tejlor Krisafi e Gentian Gashi per atti contrari alla pubblica decenza, ovvero per la pipì, ma venne reato depenalizzato.

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