CORTINA D'AMPEZZO
Potrebbe esserci profumo di Mondiali dietro alla vendita dell'hotel

Martedì 19 Marzo 2019
CORTINA D'AMPEZZO Potrebbe esserci profumo di Mondiali dietro alla vendita dell'hotel
CORTINA D'AMPEZZO
Potrebbe esserci profumo di Mondiali dietro alla vendita dell'hotel Tre Croci di Cortina pignorato ancora nel 2014 dopo l'istanza di esecuzione presentata in primis dalla Banca Popolare dell'Alto Adige incapace di rientrare di un credito di circa 3 milioni di euro che venne concesso per una ristrutturazione di fatto mai avvenuta. Dopo tre aste andate deserte, martedì 12, finalmente, sul tavolo del giudice del tribunale di Belluno, è arrivata un'offerta. Una sola. Si partiva da una base di 3 milioni 200mila euro con un minimo di 2,4 milioni. E il minimo è stata l'offerta massima, accompagnata da un sostanzioso acconto di 480mila euro. L'acquirente, secondo le prime indiscrezioni, sarebbe una multinazionale del settore turistico con sede legale a Milano. Non si esclude che l'affare concluso in tribunale a Belluno possa essere legato ai grandi eventi sportivi che vedranno Cortina brillare a livello internazionale: dai Mondiali 2021, già in cassaforte, alla candidatura Olimpica del 2026.
Massimo il riserbo sull'intera operazione da parte di Andrea Momo Junionr, di Conegliano (Tv), delegato alla vendita. Conferma tuttavia l'esito positivo dell'asta avvenuta in tribunale a Belluno.
Si dice soddisfatto, invece, il legale di uno dei maggiori creditori della fallita società Cortina Tre Croci spa, ovvero la Banca popolare dell'Alto Adige assistita dall'avvocato Valerio Piller Roner del foro di Belluno.
«Esprimiamo forte soddisfazione - afferma il legale - per il risultato della vendita, anche se il prezzo è notevolmente sceso rispetto alla quotazione iniziale. Va segnalata invece una ripresa nel trend delle aste».
La prima asta, infatti, partiva da 6 milioni di euro. Una cifra che, se realizzata, avrebbe soddisfatto più creditori. Perché in fila non c'è solo la banca, sebbene la più esposta, ma anche fornitori e soprattutto quei privati che avevano investito nel progetto di trasformazione del prestigioso hotel in una multiproprietà. Tra loro anche due coppie di Padova che avevano sborsato rispettivamente 40 e 50 mila euro, per restare, alla fine, senza caparra e senza alloggio.
La società chiuse l'albergo nel 2002 dicendo di volerlo ristrutturare. Venne chiesta una linea di credito per avviare i lavori, ma di fatto il progetto rimase al palo. Si giunse così alla sollevazione dei creditori che chiesero ed ottennero, con la Banca in testa, il pignoramento del bene.
Resta da capire cosa succederà ora del prestigioso hotel, risalente a fine 1800, dotato anche di una chiesetta ancora dedicata al culto. C'è inoltre un'ex centralina per la produzione di energia elettrica sita in località Monte Casa di Dio. Il complesso immobiliare si trova in una posizione strategica, a 8 chilometri da Cortina, a 10 da Auronzo e 20 da Dobbiaco, incastonato tra Cristallo, Sorapis e Faloria.
Lauredana Marsiglia
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