«Comune fuori dai giochi»

Giovedì 29 Giugno 2017
«Comune fuori dai giochi»
Né Reggelbergbau né lo studio bellunese di progettazione. I responsabili del can can sollevato in città ieri, al sopralluogo per la centralina sul fiume Piave, non si sono presentati. Hanno dato forfait, lasciando che l'iter procedesse senza la loro presenza. «Avevamo il sentore non sarebbero venuti hanno dichiarato i tecnici presenti al tavolo organizzato nella sala consigliare del Comune -, non sono andati nemmeno a Limana martedì; d'altra parte non ne hanno l'obbligo». Con una piazza Duomo messa sotto assedio dai manifestanti di Acqua Bene Comune supportati dal Bacino 8 di pesca e da diversi cittadini, la giornata si è svolta come da regolamento ma senza contraddittorio. La presentazione del progetto firmato dallo studio bellunese Zollet, il sopralluogo a Lambioi sul luogo esatto in cui dovrebbe essere realizzato il maxi impianto di derivazione d'acqua voluto dalla società di Nova Ponente, la Reggelbergbau appunto, e infine il ritorno nell'aula consigliare per la presentazione delle osservazioni contrarie di cittadini, comitati, Comune e Provincia: tutto come da normativa, ma in un clima quasi paradossale. Cittadini e politici erano sulla stessa linea, assolutamente contraria all'impianto, ma il loro no non ha avuto un uditorio. È stato messo per iscritto nero su bianco nel verbale della giornata da cui scaturirà il documento di osservazioni che sarà inviato alla ditta, ma la tensione della piazza dove per tutta la mattina i manifestanti hanno fatto sentire la loro presenza con tamburi, fischi, fumo e grida, l'amarezza della politica e dei cittadini per l'ennesimo sfruttamento del proprio territorio non hanno avuto nessuno che, con il parere contrario, le ascoltasse. «Il sopralluogo fa parte dell'iter» ha dichiarato Mirko Valentinotti del servizio acque dell'ente Provincia prima di illustrare il progetto, a giustificare una situazione assurda con forze dell'ordine dispiegate, manifestanti, tecnici, politici e cittadini impegnati e arrabbiati attorno ad una questione voluta da terzi. Il nodo della matassa, finora, sembra essere quel parere espresso dall'autorità di bacino in cui a fronte di una serie di criticità elencate e analizzate si dà comunque il via libera all'operazione. Il documento ha aperto la porta alla prosecuzione dell'iter mentre, se il parere fosse stato negativo, tutto si sarebbe bloccato. Una volta descritte le caratteristiche dell'impianto studiato da Zollet e una volta letto il parere dell'autorità di bacino, il gruppo di tecnici, politici e cittadini è partito alla volta di Lambioi. Ma prima di uscire, davanti alla porta di Palazzo Rosso il sindaco Massaro si è fermato e, impugnato il megafono, ha parlato agli attivisti rimasti in attesa in piazza Duomo. «Oggi alcune norme consentono di trarre profitto dallo sfruttamento di un bene pubblico ha dichiarato -, ma quello che è ancora più grave è la normativa che non consente ai cittadini, attraverso il consiglio comunale, di esprimersi. La comunità, in questo modo, è spogliata del proprio diritto di decidere cosa fare e come programmare il territorio in cui vive».

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