Coltellate alla sagra: «Sono stato io»

Sabato 22 Settembre 2018
Coltellate alla sagra: «Sono stato io»
FELTRE
Il mistero su chi il 3 maggio 2016 accoltellò il giostraio Roberto Agnoletto, 55 anni, di Annone Veneto (Ve) mollandogli due fendenti al torace nell'ambito di una feroce zuffa con la famiglia rivale dei Major, è stato risolto ieri davanti al giudice per l'udienza preliminare. Nove gli imputati per quell'aggressione armata, tutti accusati di lesioni gravi. In questi anni il nome del responsabile non era mai uscito, custodito gelosamente dalla famiglia. Ieri però è uscita la loro verità.
L'AMMISSIONE
Nicola Major, 21 anni, il più giovane dei nove, ha confessato di essere stato l'autore di quell'assalto armato, messo in atto per vendicare il padre Maurizio, 51, che per primo era stato assalito con un bastone dallo stesso Agnoletto, riportando gravi ferite. Con lui sono sotto accusa altri sette Major: Alcide, 61 anni; Moreno 56; Andrea, 51; Giancarlo, 58; Juri, 33; Maurizio, 51; Alex, 26 e Alex Bertoldi, 21. Una versione che potrebbe alleggerire la posizione degli altri, molti dei quali, ieri, hanno voluto rilasciare spontanee dichiarazione su come andarono i fatti quella sera alla sagra di San Vittore.
VECCHI ATTRITI
Di certo tra le due famiglie non correva buon sangue, già a partire da trent'anni prima quando una Agnoletto scappò con un Major. Fatta la premessa sentimentale, il film proposto dai Major non appare così violento come nella ricostruzione fatta dagli inquirenti. Quel tardo pomeriggio, al loro dire, sarebbero semplicemente andati a chiedere ad Agnoletto, che da anni postava le sue giostre ad Anzù, di fare un po' di posto anche alla loro. E qui sarebbe scattata la zuffa, alimentata anche dai vecchi rancori mai sopiti. Agnoletto reagì prendendo a bastonate Maurizio, giunto sul posto con i figlio Alex. Secondo la versione di Agnoletto, invece, la richiesta non sarebbe stata proprio bonaria, ma condita dalla minaccia di dar fuoco alle sue giostre se non le avesse spostate. E su questo passaggio padre e figlio sono finiti a processo per tentata estorsione.
LESIONI GRAVI
Il secondo round di quella drammatico esordio di una sagra cristiana, si consuma pochi minuti dopo quando arrivano i rinforzi Major. Scoppia un parapiglia nel quale qualcuno tirò fuori un coltello colpendo al petto Agnoletto perforandogli un polmone. Un gesto che, sempre il secondo il racconto degli imputati, avrebbe sorpreso la famiglia, perché mai avrebbero immaginato che il figlio più piccolo, all'epoca 18enne, potesse fare un simile gesto, giustificato dal giovane come un atto di rabbia contro l'uomo che aveva colpito suo padre.
Insomma, si sono detti dispiaciuti di quanto accaduto. Difesi dall'avvocato Emanuele Luppi, del foro di Verona, hanno inoltre presentato un risarcimento di 20mila euro a favore di Agnoletto.
Si tornerà in aula a gennaio per decidere come proseguire dopo il chiarimento-chiave del procedimento.
Lauredana Marsiglia
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