Cirvoi abbraccia tutti i Dal Farra

BELLUNO - «Siamo sparsi per il mondo... ma abbiamo un solo cuore». Questo il motto che ha unito i Dal Farra ieri e sabato a Cirvoi nel loro primo raduno mondiale. La manifestazione, nata dal passaparola su Facebook grazie al gruppo Dal Farra (e affini) nel mondo, ha coinvolto oltre un centinaio di persone che, pur di essere presenti, sono arrivate appositamente anche da Francia, Brasile e Australia. È il caso, ad esempio, di Maddalena, che abita a Mildura, nello stato di Victoria, ma le cui origini sono saldamente legate alla frazione bellunese e al cognome Dal Farra, ramo Matii. «Mio papà, Quinto Dal Farra, è partito per l'Australia nel 1937. Nel 50 è tornato in Italia e ha sposato a Castion Genoveffa De Salvador. Insieme hanno rifatto le valigie e ripreso la nave per l'Australia, dove hanno avuto sette figli, tra cui io. A Cirvoi ho ancora casa e ogni tanto ritorno. Questo ritrovo è stata una bellissima occasione per conoscere altre persone con cui condivido le radici». Anche dal Brasile, saputo del raduno, c'è chi non ha voluto lasciarsi scappare l'occasione. Come Luciana Dal Farra Martin, che ha preso l'aereo da San Paolo ed è arrivata in Italia per la prima volta. «Sono venuta con altri parenti da Botucatu, non potevo mancare. Il mio bisnonno, Battista Domenico, è emigrato da Follina nel 1892 e da lì si espansa la discendenza. È stata un'emozione fortissima vedere per la prima volta l'Italia. In Brasile sentiamo ancora in maniera molto forte il nostro legame con il Veneto». Molto soddisfatti gli organizzatori. Tra loro Patricia Deon, bellunese di Francia (vive a Parigi), la cui mamma era una Dal Farra di Cirvoi. «Ho voluto proporre il raduno dei Dal Farra in memoria di mia mamma Gabriella, purtroppo mancata lo scorso luglio. Per chi è all'estero è molto importante conservare i legami con il passato». I saluti a fine giornata sono suonati come un arrivederci. «La voglia di incontrarsi di nuovo è forte continua Patricia Deon -. Sicuramente tra 3 o 4 anni riproporremo l'iniziativa, sperando di coinvolgere ancora più gente».
Simone Tormen