Benzina su abiti e scarpe del ferito

Mercoledì 17 Maggio 2017
Benzina su abiti e scarpe del ferito
C'è benzina sia sui campioni prelevati all'interno della pizzeria Mordi e Fuggi e sugli abiti e scarpe del ferito. Pesa come un macigno il risultato delle analisi dei vigili del fuoco del Niat (Nucleo investigativo territoriale antincendio) che è arrivato sul tavolo del sostituto procuratore Paolo Sartorello, che coordina le indagini sul caso. Il fascicolo è ancora contro ignoti e l'ipotesi di reato resta incendio doloso, ma tutto lascia pensare che una svolta arriverà quanto prima. Insomma è improbabile che la sostanza finisca sui vestiti di uno che passa di là per caso. È questa la spiegazione data da Pasquale Ferraro, il 21enne di Brindisi che è rimasto gravemente ferito quella notte alle 3.15 nello scoppio della Mordi e fuggi. Una versione che però traballa sempre più. O c'era una quantità talmente grande da riempire tutto il porticato di Vicolo dei Galli (ma in questo caso gli incendiari sarebbero dovuti arrivare con centinaia di litri di benzina e taniche) o il 21enne era all'interno della pizzeria. Il giovane intanto è definitivamente fuori pericolo e nei giorni scorsi è stato trasferito in reparto di Ortopedia al San Martino. Aveva riportato fratture alle gambe e soprattutto ustioni gravissime alle mani (terzo grado) e più lievi al volto. Al vaglio dei carabinieri della Compagnia di Cortina che indagano sul caso, guidati dal maggiore Cristiano Rocchi, anche altre posizioni. In particolare quella dell'amico di Ferraro, Fabio Laritonda, che ospitava nella sua casa di Domegge il brindisino appena arrivato un paio di giorni prima.
Quel che è certo è che in molti a Pieve sperano che venga fatta chiarezza quanto prima sull'esplosione della notte del 24 aprile scorso. Un attacco incendiario che ha scosso il paese in particolare nella zona della piazzetta XX Settembre-vicolo dei Galli. Un terremoto che ha lasciato dei segni indelebili. Sì perché se le attività stanno piano piano riaprendo e le porte, l'elettricità, i mobili si possono riparare, non si riparano i segni rimasti nelle persone. «Non senti più il locale come tuo - spiega Sandro Zanardo, titolare dell'Enoteca al Check, il negozio più vicino alla pizzeria - Quando entro ho un senso di ansia non da poco e pensi: se ero lì a fare le pulizie cosa mi sarebbe successo?». Non è accaduto infatti solo per miracolo, perché quello era il giorno di chiusura del bar. L'enoteca non ha ancora aperto (forse aprirà venerdì) e anche ieri il titolare era da ditte e tecnici per concludere le riparazioni. Intanto il conto cresce e non si ha certezza di quando verrà risarcito: 9mila euro di bonifica del locale, 4mila euro per l'impianto elettrico, altri soldi per l'impianto audio. Il Check si è affidato a un perito di controparte, così come altri danneggiati. È andata meglio alla gelateria di fronte che ha aperto dopo circa una settimana. Una bella spesa invece anche per la parrocchia: l'arcidiacono del Cadore, Diego Soravia, ha chiesto a una ditta di far sostituire 40 serramenti danneggiati.

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