Autunno boom per i chiodini «ma evitate le abbuffate»

Venerdì 13 Ottobre 2017
LA BUTTATA
BELLUNO Cesti colmi e cassette straboccanti di cespi: da una decina di giorni il re dei funghi indubitabilmente si chiama chiodino. «La specie gode di una grande popolarità che non corrisponde, peraltro, ad una grande qualità organolettica». Vanno giù chiare, per certi versi controcorrente, le parole di Fabio Padovan, micologo e presidente dell'Associazione micologica bellunese Bresadola. A mettere sull'avviso è un' analisi, che non vuole essere allarmistica. Per l'esperto, però, vale la pena seguire alcuni accorgimenti. Se non altro perchè ed è un dato che arriva dal Centro antiveleni dell'ospedale Niguarda di Milano il numero maggiore di avvelenamenti non gravi da funghi vanno collegati proprio ai chiodini: «Si tratta di funghi piuttosto indigesti. Per questo devono essere sbollentati prima di essere cotti, con eliminazione dell'acqua di bollitura». Per renderli maggiormente digeribili, inoltre, serve una cottura lunga: «Imprescindibile è accertarsi che i funghi siano freschi. Il suggerimento, comunque, è di evitarne le abbuffate».
Le specie di Armillaria presenti in provincia di Belluno sono varie, seppur simili. Esiste la Mellea, la Obscura, la Gallica, la Borealis: «A parte l'Armillaria Obscura, che predilige le conifere, tutte le altre specie amano le latifoglie». Faggi, noccioli, carpini. Va ricordato che i chiodini si nutrono di legno: «Mangiano lignina e cellulosa. Ovunque ci sia legname, in questi giorni, crescono chiodini. Almeno fino ai 1800 metri di quota». Tutta la provincia di Belluno è interessata da un raccolto abbondante in cui la situazione meteorologica ha fatto la sua parte: «Il micelio lavora a lungo nel legno prima di svilupparsi. Ed ha bisogno di condizioni ottimali. Queste giornate calde con nottate fresche sembra abbiano contribuito. Abbiamo assistito ad un periodo di caldo, seguito, un paio di settimane fa, da pioggia, e poi ancora da bel tempo, con discreta escursione termica. Un'annata che andrà a registrarsi come sopra la media, anche se ottobre è tradizionalmente il mese della grande buttata».
Daniela De Donà

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