Artigiani strangolati dalla burocrazia

Martedì 14 Novembre 2017
LA PROTESTA
BELLUNO Quale simbolo più chiaro ed eloquente di una camicia di forza? È proprio quello che Confartigianato Belluno porterà in Prefettura stamattina, per indicare lo stato d'animo (e non solo) degli artigiani e delle piccole medie imprese bellunesi. «Fisco? Burocrazia? Roba da matti» è il titolo della mobilitazione organizzata dall'associazione artigiani. E il nome dice tutto. La camicia di forza che sarà consegnata al prefetto di Belluno all'ora di pranzo (a mezzogiorno in punto) rappresenta la costrizione del fisco, sommata a quella della burocrazia; un combinato disposto che rischia di escludere dal mercato decine e decine di imprese.
I MOTIVI DELLA PROTESTA
Alla vigilia della discussione in Parlamento del decreto fiscale 148/2017, in programma a partire da mercoledì, Confartigianato Belluno e Confartigianato del Veneto scendono in campo per ricordare a onorevoli e senatori che non si può chiedere la luna nel pozzo. «Le imprese artigiane si sentono soffocare: troppa burocrazia e nessun passo coraggioso sul fronte del fisco - dicono dai vertici di Confartigianato Belluno -. Le imprese non possono continuare a pagare imposte, in modo sempre più complicato e costoso e sempre più anticipatamente, quando invece i propri crediti non sono riconosciuti tali o veritieri. Non ci stanno neanche a essere considerate, a priori, evasori, salvo prova contraria. La logica della cassa sta destrutturando la nostra economia per via normativa. Le imprese di Confartigianato non sono d'accordo e non lo accettano».
IL DOSSIER
Oltre alla camicia di forza, gli artigiani consegneranno al prefetto un piccolo dossier. «Si tratta dei rilievi che abbiamo fatto alla legge di bilancio - dice Claudia Scarzanella, presidente di Confartigianato Belluno -. Assieme al dossier, consegneremo anche una serie di slide con le tematiche principali. Noi non vogliamo boicottare lo Stato e non vogliamo neppure che passi l'idea che non intendiamo pagare le tasse. Semplicemente vogliamo essere messi nelle condizioni di lavorare. Lo Stato tratta le pmi come le grandi aziende. Invece le esigenze sono diverse. E anche i tempi sono diversi».
Damiano Tormen

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