Arma clandestina condannato un 57enne di Sois

Giovedì 22 Marzo 2018
LA SENTENZA
BELLUNO Condanna ancor più pesante di quanto proposto dal pm quella inflitta ieri a Romano De Poi per detenzione abusiva di armi. Se infatti il pubblico ministero Simone Marcon aveva chiesto 8 mesi, il giudice Antonella Coniglio (in collegio con i giudici Cristina Cittolin e Angela Feletto) ha stabilito invece 9 mesi (senza sospensione della condizionale), 1.500 euro di multa e le spese processuali. Ancora, confisca e distruzione dell'arma in questione.
I FATTI
In aula, ieri, i poliziotti che trovarono l'arma in questione. «Da fonte confidenziale - hanno raccontato - il 21 febbraio 2016 apprendemmo, durante degli accertamenti relativi ad altri fatti accaduti proprio vicino alla sua abitazione a Sois, che l'imputato deteneva abusivamente una pistola. Ci recammo quindi presso il suo domicilio spiegandogli cosa stavamo cercando. Di tutta risposta egli ci consegnò una carabina ad aria compressa di libera detenzione. Ma noi, invece, eravamo alla ricerca di una pistola. È iniziata quindi la perquisizione della casa finché, in un locale che aveva tutta l'aria di essere un ripostiglio, abbiamo trovato una pistola lanciarazzi: era deposta sopra un armadio, in mezzo a della biancheria. Non trovammo invece nessun tipo di munizioni o di razzi e nemmeno altre armi se non la carabina che si poteva detenere liberamente». Da successivi controlli emerse che si trattava di un'arma datata, non in buonissime condizioni, di produzione italiana, priva di matricola, senza alcuna registrazione.
LA DIFESA
Il 57enne imputato ieri non era presente, giustificato da un certificato di malattia che il giudice non ha accolto, invitando l'avvocato difensore Alessandro Schillaci (studio Patelmo) a condurre in aula De Poi: udienza rinviata di due ore. De Poi non è arrivato ma ha rilasciato al legale dichiarazioni spontanee. «L'arma - ha sottolineato poi l'avvocato Schillaci - nasce con la definizione di Gun toy, cioè pistola giocattolo, di libera detenzione. Venne acquistata a una fiera, dal padre di De Poi, molti anni fa. L'obbligo di denuncia avvenne dopo: se anche chi ne ha fatto i rilievi non è riuscito a farci comprendere le tempistiche di denuncia dell'arma, figuriamoci se un normale cittadino può conoscere queste normative. Chiedo quindi l'assoluzione perché il fatto non costituisce reato».
LA SENTENZA
Ma il collegio ha accolto le istanze del pm che aveva sottolineato come si trattasse di «un'arma clandestina». E ha rincarato la dose: non 8 ma 9 mesi, 1.500 euro di multa e le spese processuali.
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