Antinfluenzale, i big danno l'esempio: scatta l'obbligo per i donatori di sangue

Mercoledì 14 Novembre 2018
SALUTE
BELLUNO Scatta l'appuntamento di stagione: è aperta la campagna antinfluenzale. Ieri al reparto Prevenzione del San Martino il direttore generale Adriano Rasi Caldogno, medici e il presidente della Provincia Roberto Padrin (foto) si sono sottoposti al vaccino. Hanno dato il buon esempio. L'influenza 2018 sarà causata dai virus Michigan, Singapore, Colorado e Phuket e, stando alle previsioni, sarà piuttosto aggressiva. Per questo la profilassi obbligatoria e gratuita, quest'anno, coinvolgerà anche i donatori di sangue.
Anziani over 65, persone con patologie croniche a carico e i loro famigliari, dipendenti di strutture sanitarie e della pubblica amministrazione, donatori di sangue. Sono queste le categorie di cittadini alle quali si rivolge con maggior vigore l'appello dell'azienda sanitaria. «Gli obiettivi della campagna vaccinale spiega il dottor Fabio Soppelsa, dirigente del Dipartimento di prevenzione sono quelli di ridurre la morbosità e la mortalità nella popolazione, di ridurre i costi per la società e, da quest'anno, anche di ridurre il rischio di trasmissione per le persone soggette a complicanze». Per questo già dal 5 novembre è partita la campagna: ci si può vaccinare recandosi dal proprio medico di base o negli ambulatori territoriali. Le dosi ordinate dall'Usl sono 34 mila, grosso modo le stesse del 2017. Lo scorso anno sono stati circa 32 mila i bellunesi sottopostisi alla punturina, un numero ancora lontano dal tetto, del 75% di popolazione anziana coinvolta, imposto dalla Regione. La media veneta di copertura, lo scorso anno, è stata del 55%. La campagna dura fino alla fine dell'anno, ma ci si potrà vaccinare anche dopo.
Novità di quest'anno è il coinvolgimento, tra le categorie a rischio e per le quali è necessaria la profilassi, anche i donatori di sangue. Il perché è presto detto: per evitare di diffondere il virus con trasfusione di persone infette e per non incappare nel rischio di non avere sangue a disposizione. «Nel 2017 spiega il primario del Dipartimento trasfusionale, Stefano Capello il sistema sangue in Italia è andato in disequilibrio perché, a causa delle nevicate, al centro e al sud i donatori non erano attivi. Così noi abbiamo dovuto incrementare l'offerta verso Roma e Cagliari. Per farci trovare pronti in caso di necessità, il Centro nazionale del sangue ha diffuso l'indicazione di proporre il vaccino ai donatori». (atr)
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