AMBIENTE
BELLUNO Non è più un obiettivo. È una necessità

Lunedì 17 Dicembre 2018
AMBIENTE BELLUNO Non è più un obiettivo. È una necessità
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BELLUNO Non è più un obiettivo. È una necessità che riguarda tutta l'Italia: chiudere le discariche attive ed evitare di aprirne di nuove. Sembra facile, ma non è affatto così. Perché le abitudini quotidiane portano qualsiasi cittadino a produrre rifiuti. Qualcosa si ricicla, qualcosa va nell'umido. Ma qualcosa rimane.
LE DISCARICHE
È il secco non riciclabile, che ha due possibili destini: o finire in discarica oppure essere bruciato in un inceneritore, tema quanto mai caldo (e non solo per le altissime temperature con cui vengono bruciati i rifiuti). Difatti, se ne parla da un po' e l'argomento termovalorizzatore è tornato alla ribalta nazionale anche recentemente. C'è chi lo vede come l'unica soluzione possibile alla gestione dei rifiuti; chi sceglie di sottostare all'effetto Nimby (not in my back yard, non nel mio giardino) per cui va benissimo l'inceneritore, purché stia lontano; e chi invece non vuol proprio sentirne parlare. Belluno sceglie un'altra via: quella della riduzione dei rifiuti. Basta produrre meno secco. Riciclare il riciclabile ed evitare al massimo imballaggi e altri generi di rifiuti che inevitabilmente finiscono nell'indifferenziato. Impossibile? In realtà no. Il Comune capoluogo ha già iniziato, con il progetto dei pannolini compostabili, una risposta biodegradabile alla produzione di rifiuti.
L'IMPERATIVO
«Abbiamo solo una strada: non produrre più secco; o quanto meno limitarlo al massimo - dice Stefania Ganz, assessore all'Ambiente del Comune di Belluno -. D'altronde, se le discariche devono chiudere entro il 2030, è meglio che cominciamo subito ad adeguarci». In effetti, le nuove direttive europee in tema di rifiuti sono fatte apposta per disincentivare le discariche. L'obiettivo è quello del riciclo con un massimo del 10% di rifiuti urbani in discarica. Viene richiesto maggiore coinvolgimento dei produttori, vengono suggeriti nuovi target per gli imballaggi, e una drastica riduzione degli sprechi alimentari. Tutto messo nero su bianco sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità economica europea pochi mesi fa, in quattro direttive europee che sono entrate in vigore il 4 luglio, e che dovranno essere recepite dagli Stati membri entro il 5 luglio 2020.
BELLUNO PILOTA
Una delle soluzioni allo stop alle discariche potrebbe essere quella del termovalorizzatore. «Non è una soluzione che mi piace, ma diventa l'unica possibile» dice Ganz. A meno che... Sì, perché Belluno ha già l'alternativa. Anzi, ha già cominciato a metterla in pratica, con la sperimentazione dei pannolini biodegradabili, che riducono drasticamente la produzione di secco indifferenziato e si trasformano in rifiuto umido. Un piccolo passo a cui potrebbero seguirne altri. Tanto che Belluno potrebbe diventare una sorta di città pilota nelle buone pratiche e nelle politiche green. «Si deve cercare di ridurre il secco - spiega l'assessore Ganz -. Con i pannolini compostabili c'è l'innesco di un ciclo che riduce la produzione di secco. È questo il percorso da fare: ridurre il più possibile l'indifferenziato, in modo da riciclare il più possibile». Pannolini, ma non solo dunque. «L'idea dei pannolini è nata in questo senso: cambiamo il tipo di materiale e di rifiuto, in modo da avere meno secco. Questo si potrebbe applicare a tanti altri rifiuti che oggi per forza di cose finiscono nell'indifferenziato; già i sacchetti biodegradabili sono stati un passo in avanti decisivo. Un'altra evoluzione possibile è quella di ridurre gli imballaggi, per esempio per la classica fettina di carne che si compra al supermercato. Ci vuole tempo, perché si tratta di cambiare le abitudini dei cittadini. Ma dobbiamo spingere in questa direzione».
LE STUFE
Stesso discorso per il riscaldamento domestico. «Chi ha la stufa a legna deve essere consapevole che bisogna bruciare bene e solo legname stagionato di ottima qualità - conclude Ganz -. Se rimane la vecchia abitudine di bruciare i rifiuti nella stufa di casa, è bene sapere che fa più danni di un inceneritore».
Damiano Tormen
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