Veneto, FI avvisa il Carroccio Ed esplode il caso Vicenza

Martedì 20 Marzo 2018
Veneto, FI avvisa il Carroccio Ed esplode il caso Vicenza
LO SCENARIO
VENEZIA Roberto Maroni ha lanciato l'allarme: con un'intesa tra la Lega di Salvini e il M5s di Di Maio e quindi la rottura dell'alleanza di centrodestra, «qualche conseguenza sul governo delle regioni ci sarebbe». Anche in Veneto, dove il centrodestra governa dal 1995 e dove dal 2010 la guida è in mano al leghista Luca Zaia? Adriano Paroli, commissario regionale di Forza Italia, non lo esclude: «Tengo distinte le situazioni, ma è indubbio che alcune aperture a livello nazionale rischiano di minare i rapporti nel centrodestra. Voglio sperare che quella di Salvini sia tattica».
FIBRILLAZIONI
In Veneto, più che quella della giunta regionale, pare preoccupare la tenuta delle alleanze nei Comuni chiamati al voto tra alcuni mesi: Vicenza, Treviso, San Donà di Piave sono tutti in mano al Pd e uno sgretolamento del centrodestra non potrebbe che renderne più difficile la conquista, nonostante l'onda lunga delle Politiche. Il commissario regionale di Forza Italia non nasconde la preoccupazione: «Con un'intesa Lega-M5s è chiaro che si creerebbero problemi - dice Paroli - Ma non voglio pensare che si mini la governabilità: Salvini non rappresenta solo la Lega, ha anche un mandato del centrodestra». Paroli tende ad escludere che quel che si deciderà a Roma faccia poi cadere a catena le amministrazioni locali, ma avverte: «Certo è che il clima cambierebbe». E a risentirne, prima di tutto, sarebbero i Comuni chiamati al voto. Uno dei due capoluoghi di provincia dove già si registrano tensioni è Vicenza. Il commissario forzista lo dice chiaramente, addossando la responsabilità alla Lega: «Vicenza rischia di essere, purtroppo, il luogo in cui si sfogano i malcontenti di troppi e non è giusto che a subirlo sia un ottimo candidato e una persona degna com'è Fabio Mantovani». Mantovani è il candidato civico concordato tra Forza Italia e Lega che adesso però convince poco o nulla. In casa della Lega, forte dei risultati delle Politiche ma anche penalizzata dalle scelte della propria segretaria nell'aver eletto pochi vicentini rispetto ad altre province venete, c'è chi vorrebbe rivedere il candidato sindaco. «Fibrillazioni che stanno superando il lecito», dice Paroli che per lunedì prossimo annuncia una riunione della coalizione, Quarta Gamba compresa, per trovare una sintesi in tutti i Comuni chiamati al voto. «Sintesi - dice - vuol dire sacrifici reciproci. E se non si dovesse trovare un'intesa, gli esiti potrebbero essere diversi da città a città». Tradotto: coalizione sgretolata. Conseguenza: possibilità più ridotte di riprendersi i municipi.
A Vicenza, del resto, il totocandidati impazza. Raccontano che il capogruppo della Lega in consiglio regionale Nicola Finco premerebbe per candidare Roberto Ciambetti, così da liberare, a favore di se stesso, l'ambito scranno di presidente dell'assemblea legislativa. «Ciambetti che è di Sandrigo candidato sindaco di Vicenza? Serve uno che viva in città - ribatte Finco - per me la persona giusta è Francesco Rucco, che è in campagna elettorale già da sei mesi. Comunque decideranno le segreterie di partito». A favore di Rucco è anche Fratelli d'Italia di Sergio Berlato che sul profilo Facebook ha pubblicato il comunicato del coordinamento del partito che boccia l'ipotesi di puntare sull'assessore forzista Elena Donazzan: «Il centrodestra ha già commesso l'errore di candidare una di Thiene a sindaco di Vicenza nel 2008 (Lisa Sartori, ndr), non torni a commettere lo stesso errore candidando una di Pove del Grappa nel 2018». L'ipotesi Donazzan, però, tiene sempre più banco, a partire dalla stessa Forza Italia. Ma potrebbe anche essere una candidatura di area: dovesse andare in porto l'ipotesi ventilata da Renato Brunetta di un'intesa a sinistra («Sbagliato escludere il Pd»), difficilmente Donazzan e il collega consigliere Mssimo Giorgetti, entrambi provenienti dall'Msi, potrebbero restare con gli azzurri.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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