Tensione sui nomi, Mattarella avverte: «Non presentatemi un pacchetto chiuso»

Lunedì 21 Maggio 2018
Tensione sui nomi, Mattarella avverte: «Non presentatemi un pacchetto chiuso»
IL RETROSCENA
ROMA Sergio Mattarella, citando Luigi Einaudi, l'ha messo in chiaro per tempo: «Non sarò un notaio, mi servirò in pieno delle prerogative che la Costituzione affida al capo dello Stato». E la Carta stabilisce che sia il presidente della Repubblica a incaricare, e dunque a scegliere, il premier e a nominare i ministri. Ebbene, dall'entourage di Matteo Salvini filtra che sono ore di tensione con il Quirinale che oggi pomeriggio riceverà prima Luigi Di Maio e poi il capo leghista.
Il braccio di ferro, complice un black-out comunicativo («chiamiamo noi il Colle», «no, facciamo telefonare a loro»), non riguarderebbe il nome del possibile presidente del Consiglio: il giurista Giuseppe Conte, considerato che l'alternativa potrebbe essere il grillino Riccardo Fraccaro, viene considerato accettabile. E dunque papabile: il condizionale è d'obbligo, il nome a notte fonda era ancora tenuto coperto. Il problema vero sono i dicasteri chiave: Economia e Difesa, mentre per gli Esteri non ci sarebbero ostacoli per l'ambasciatore Giampiero Massolo. Lega e 5Stelle vorrebbero indicare, in quelle due delicate caselle, personalità politiche. Mattarella, invece, preferisce profili di garanzia. Soprattutto al Tesoro vuole qualcuno che, grazie alla competenza e all'autorevolezza, sappia rassicurare i mercati finanziari e le cancellerie europee. E alla Difesa una persona competente, considerata l'importanza delle missioni internazionali.
Il primo nodo fa sciogliere è però quello del premier, dei ministri se ne parlerà dopo. Mattarella non ha un atteggiamento ostile o pregiudiziale. Non si pone in una logica di scontro e non vuole ostacolare un governo sorretto da una maggioranza legittimata dal voto popolare. Tant'è, che è pronto a vistare e accettare la scelta di Conte (se questa sarà), frutto della lunga e ruvida trattativa tra Di Maio e Salvini. Però per palazzo Chigi, per chi dovrà rappresentare gli interessi e la posizione dell'Italia nei vertici internazionali, sul Colle c'è chi avrebbe auspicato una figura autorevole, di peso. Anche perché il contratto di governo siglato da Lega e 5Stelle è molto ambizioso e (soprattutto) e la sua applicazione rischia di essere decisamente contrastata, come già dimostra il botta e risposta tra grillini e leghisti sulla Tav. Per questa ragione, piuttosto che un tecnico, sarebbe stata preferibile l'indicazione di un leader politico: il garante dell'intesa di maggioranza e del contratto. Ma se la scelta sarà davvero Conte, Mattarella l'accetterà. In ogni caso Salvini teme ancora Di Maio. Sospetta che oggi al Quirinale il leader 5Stelle torni in partita per palazzo Chigi. Così il leader leghista ha messo a verbale una frase apparsa come un avvertimento a Mattarella: «La scelta soddisfa noi e i grillini. Nessuno dovrà mettere il veto su un nome che rappresenta la maggioranza degli italiani».
Di Maio, invece, si è mostrato molto più prudente. Anzi, garbato: «Non tiro la giacchetta del Presidente. Le prerogative sono sue, sceglierà lui i passaggi da compiere». E subito è tornato, in un comizio a Teramo, a socchiudere la porta alla propria candidatura a premier: «Non so se andrò a fare il presidente del Consiglio». Frase che la dice lunga sulle reali ambizioni del leader grillino che spera nel ripescaggio quirinalizio.
IL VERO SCONTRO
Altrettanto complicata è la partita per i ministri. Anche qui la Costituzione affida a Mattarella la nomina della squadra di governo. Il capo dello Stato, che aprirà il dossier insieme al presidente del Consiglio incaricato, vuole una personalità autorevole e di garanzia per l'Economia. La prima scelta sarebbe stata il leghista Giancarlo Giorgetti, ma il diretto interessato resiste. Così si fa forte l'ipotesi, in quota Lega, di Paolo Savona: personalità di cerniera con i 5Stelle viste le sue posizioni eurocritiche e di grande di esperienza (è stato ministro dell'Industria con Ciampi). Con gli Esteri a Massolo, da riempire poi la casella della Difesa: Salvini avrebbe voluto in questo posto Guido Crosetto, ma FdI non entrerà nel governo. E c'è tensione su chi debba essere il prescelto.
Se oggi i leader di 5Stelle e Lega troveranno la quadra sul Colle, la nomina del premier potrebbe scattare domani dopo una breve pausa di riflessione. Quello che conferirà Mattarella dovrebbe essere un incarico «con riserva». Traduzione: il presidente del Consiglio incaricato si riserverà di riferire entro un paio di giorni al capo dello Stato. Poi, sciolta la riserva e concordata con il Presidente la lista dei ministri, tra venerdì e sabato il governo potrebbe giurare.
Alberto Gentili
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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