«Salvare Matteo è interesse dello Stato e tutela anche i ministri del Movimento»

Lunedì 18 Febbraio 2019
«Salvare Matteo è interesse dello Stato e tutela anche i ministri del Movimento»
Sottosegretario alla P.a. Mattia Fantinati (M5s), il quesito che deciderà se sottrarre Salvini al processo Diciotti è stato criticato da Grillo, ma anche da molti di vostri. Troppo contorto?
«Nessuna confusione. Il quesito è ben chiaro: basta leggerlo, prima di votare. Non c'è margine di equivoco».
Lei ha già deciso come voterà?
«Personalmente voterò sì. Negare l'autorizzazione a procedere per Salvini è in questo caso nell'interesse dello Stato: il governo ha deciso di ritardare lo sbarco della Diciotti per ottenere la redistribuzione dei migranti nei vari Stati europei».
E quindi voteranno per il salvataggio di Salvini anche tutti gli altri esponenti di governo a Cinque Stelle?
«Credo proprio di sì. Dato che abbiamo rivendicato l'azione unitaria del governo, mi sembra una conseguenza logica».
Alcuni dei vostri criticano la posizione, perché nel quesito non si dice che l'interesse dello Stato, e il relativo possibile reato di sequestro di persona, fosse preminente rispetto al salvataggio dei migranti.
«Qualsiasi cosa facciamo vede ormai qualcuno sempre contrario. Ma pazienza. Ciò che conta è che grazie alla democrazia diretta abbiamo lasciato la parola ai cittadini».
Voi esponenti di governo del M5s siete per salvare Salvini. È così?
«Esattamente. Non si è trattato di un'iniziativa solitaria di Salvini. Le scelte sono state condivise anche dal ministro Toninelli che ha la competenza sui porti, e dal ministro Di Maio: è stata una scelta politica corale».
Anche Di Maio, Toninelli e Conte sono stati indagati: questo potrebbe sgonfiare il caso Salvini?
«Immagino si tratti di un semplice passaggio tecnico. Sarebbe in ogni caso la conferma che sulla Diciotti il governo rivendica di aver agito in modo unitario, e che le scelte non sono state solo di Salvini ma erano condivise».
Se però il ministro dell' Interno ottenesse il sì allo scudo dai vostri, che ne sarebbe dei vostri ministri? Di Maio ha sempre detto di non volere l'immunità: andrebbe a processo?
«Qualora gli iscritti decidessero domani (oggi per chi legge, ndr.) di negare il processo a Salvini in quanto il ministro ha agito in sintonia con tutto il governo, la decisione assunta dai cittadini varrebbe de plano anche per i nostri ministri. Anche se al momento vedo i possibili sviluppi dell'inchiesta come un'ipotesi che non mi auguro».
Meno concordia si respira invece sul tema dell'autonomia. Ad agitare le acque è stato il presunto dossier di alcuni parlamentari contrari all'autonomia.
«Non conosco nessun dossier. Si trattava di una semplice scheda-comunicazione per i parlamentari».
Che esprime quindi le posizioni del Movimento. L'autonomia non si farà nei termini in cui la vuole la Lega?
«L'autonomia si farà. Ma il nostro faro è la Costituzione. Prenderci qualche settimana in più ci consentirà di fare le cose per bene, nel pieno rispetto della Carta».
La Lega pretende però una ratifica dell'intesa: il Parlamento potrà dire solo sì o no. Accettabile per voi?
«Il Parlamento è sovrano: l'intervento dell'Aula è una precisa necessità prescritta dai principi costituzionali».
Francesco Lo Dico
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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