Preside ordina: niente preghiere e via le immagini sacre a scuola

Venerdì 24 Novembre 2017
IL CASO
PALERMO «Mamma perché non possiamo più pregare in classe?». I bambini di una scuola elementare e d'infanzia di Palermo non parlavano d'altro all'uscita, ieri mattina. Lo stop alle preghiere alla Ragusa Moleti è stato imposto dal preside Nicolò La Rocca che ha infatti diramato una circolare: gli insegnanti non possono fare recitare le orazioni ai bambini durante la merenda e nemmeno all'interno dell'ora di religione. E presto il provvedimento sarà attivo anche nelle succursali dell'istituto. Via anche una statuetta della Madonna e alcune immagini, compresa quella di Papa Francesco. Oltre alle immagini dei Papi che erano appese alle pareti della sede centrale della scuola Ragusa Moleti, il dirigente ha tolto anche quella di Giovanni Paolo II che si trovava nell'ufficio che gli è stato assegnato quando lo scorso settembre ha assunto il ruolo, lasciando tuttavia al suo posto il crocifisso.
«Ci sarebbe nella nostra scuola - si legge nella circolare firmata dal dirigente scolastico - l'usanza, da parte di alcuni docenti di far pregare i bambini prima dell'inizio delle lezioni e/o di far intonare canzoncine benedicenti prima della consumazione della merenda». Il dirigente, inoltre, ricorda che «considerando il parere dell'Avvocatura dello Stato dell'8 gennaio del 2009, allegato alla nota del gabinetto del Miur del 29 gennaio 2009, è da escludere la celebrazione di atti di culto, riti o celebrazioni religiose nella scuola durante l'orario scolastico o durante l'ora di religione cattolica, atteso il carattere culturale di tale insegnamento».
Alla base del provvedimento, come ha spiegato lo stesso dirigente scolastico, ci sarebbero le proteste di alcuni genitori che hanno scritto una lettera a un giornale. Ma non l'hanno presa bene gli insegnanti. E, al suono della campanella, tanti genitori stupiti chiedevano spiegazioni alle maestre. «Mamma, la maestra di religione oggi ci ha detto che non potevamo fare la preghiera», racconta, perplesso, un bambino di dieci anni che frequenta la quinta elementare. «Papà, lo sai? Oggi la maestra non mi ha fatto dire la preghierina prima della merenda», dice un'altra bimba all'uscita dalla scuola. Un piccolo terremoto. Adesso la palla passa al dirigente dell'ufficio scolastico regionale, Marco Anello, che per il momento preferisce non commentare in attesa di leggere la circolare.
I PARTITI
Il caso ha suscitato subito reazioni trasversali da parte della politica. «Un afflato di laicismo e autoritarismo che nei fatti nega le nostre radici», afferma il deputato del Pd Edoardo Patriarca. «Indegno» e «ignobile» sono gli aggettivi usati dal leghista Alessandro Pagano. Si appella al ministro Valeria Fedeli l'azzurro Basilio Catanoso chiedendo «chiarezza». E analogo invito arriva da Antonio De Poli (Udc) che parla di decisione «scandalosa» e «grave censura».
Ultimo aggiornamento: 12:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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