Per un grillino su tre voto non credibile La paura di omologarsi agli altri partiti

Sabato 23 Settembre 2017
Per un grillino su tre voto non credibile La paura di omologarsi agli altri partiti
IL SONDAGGIO
Le primarie dei Cinquestelle hanno focalizzato l'attenzione dell'opinione pubblica. Le divisioni interne, le polemiche, le difficoltà della piattaforma Rousseau e l'impressione di un risultato scontato, hanno alimentato critiche e dubbi sull'evento pentastellato. Solo il 21% degli italiani, infatti, ritiene le primarie di questo partito credibili, mentre il 68% boccia il modello telematico d'incoronazione del candidato premier. Tra gli elettori grillini il dato s'inverte, ma non mancano ombre e critiche. Per la maggioranza della base elettorale (63%) le primarie sono attendibili (anche se il «molto credibili» si ferma al 25%), mentre emerge un discreto zoccolo critico pari al 35%.
ROUSSEAU SOTTO ACCUSA
A generare fastidi e perplessità sono, innanzitutto, due fattori: il metodo telematico (criticato dal 36% degli elettori grillini) e la composizione della rosa dei potenziali candidati (32% di critici). In entrambi i casi, la strada imboccata dal movimento è apparsa, a un terzo di elettori pentastellati, inadeguata a rappresentare le diverse anime del movimento. I segnali che emergono dalle primarie confermano il quadro che, negli ultimi mesi, si è andato delineando intorno ai Cinquestelle: stallo nei consensi (da tempo tra il 26% e il 28%) e sottile deperimento dell'immagine (solo il 14% degli italiani ha migliorato il proprio giudizio su M5s, mentre il 46% lo ha peggiorato). Un segnale di deterioramento che penetra anche tra le fila grilline, con un 19% di delusi, rintracciabili soprattutto tra le fila dei ceti medio bassi, tra i residenti del Nord e tra i trenta-quarantenni della Generazione X. A sospingere il processo d'indebolimento dell'immagine dei M5s è la sensazione, più o meno diffusa, di una lenta omologazione agli altri partiti. Una percezione che coinvolge il 61% degli italiani e lambisce il 12% della base elettorale pentastellata.
IL FONDATORE
Se le divisioni, gli scontri, le correnti agevolano l'infragilimento dell'immagine dei Cinquestelle, un ruolo lo svolgono anche Grillo e Davide Casaleggio. Il primo è al centro di diverse sollecitazioni, suddivise fra quanti auspicano un suo maggior impegno politico (42%) e quanti desiderano un ritiro (29%). Il secondo, invece, è escluso da qualunque ruolo attivo in un ipotetico governo pentastellato (69%). Le primarie sono un test sullo stato di salute di un partito. I dati emersi dalla ricerca mostrano un partito forte, che ha perso, però, la capacità attrattiva iniziale e sta mostrando chiare difficoltà a valicare gli attuali livelli di consenso. L'affresco complessivo, quindi, non è certo di crisi del movimento, ma neanche di ottima salute. I Cinquestelle sono forti, ma hanno perso mordente. Almeno per ora.
Enzo Risso
Direttore scientifico Swg
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci