Pedofilia, svolta storica il Papa ha spretato il cardinale McCarrick `

Domenica 17 Febbraio 2019
IL CASO
CITTÀ DEL VATICANO A luglio il Papa lo ha cacciato fuori dal Collegio Cardinalizio, ieri lo ha spretato, con una decisione inedita, mai presa in duemila anni di storia. Non deve essere stato facile per Francesco visti i buoni rapporti che aveva con l'ottuagenario McCarrick, un ex potentissimo cardinale americano che è sempre stato molto generoso a fare donazioni per sostenere le finanze zoppicanti della Santa Sede.
Theodore McCarrick è stato giudicato colpevole di avere avuto rapporti con un chierichetto che nel 1971 aveva solo 16 anni. Pedofilia, abuso di potere, assoluzione in confessione che per la Chiesa è un reato abominevole. McCarrick ha saputo di essere stato dimesso dallo stato clericale la scorsa settimana, nel convento nel quale si è ritirato, quando i suoi avvocati romani lo hanno chiamato per dirgli che l'aria che tirava in Vaticano era diventata pesante e che certamente il Papa avrebbe optato per la sua defenestrazione definitiva. Inappellabile.
Non tutti al di là del Tevere però erano dell'idea di punire tanto duramente un uomo anziano e ormai malmesso in salute. All'interno della Feria IV, la sessione ordinaria che alla Congregazione per la Dottrina della Fede ha affrontato l'ultimo passaggio canonico - un vero e proprio processo - si sono registrati diversi accenti. C'è chi ha sollevato obiezioni ma i reati ripetuti erano talmente abnormi che non c'era spazio per eventuali attenuanti.
E poi a Papa Bergoglio serviva un gesto forte, un segnale netto prima del summit sugli abusi che si terrà la prossima settimana a Roma tra tutte le conferenze episcopali del mondo. «Nessun vescovo, non importa quanto influente, è al di sopra della legge della Chiesa» ha commentato il cardinale di Houston, Daniel DiNardo. McCarrick - che oggi è finito in disgrazia- fino a un paio di anni fa era considerato un intoccabile, passando indenne a tutte le tempeste, portando persino a termine missioni all'estero per conto del Vaticano.
DOPPIA VITA
Eppure negli Stati Uniti, dove ieri la diocesi di Brooklin ha pubblicato una lista di 100 sacerdoti accusati di abusi, in molti erano a conoscenza del suo brutto vizio di molestare giovani seminaristi, dai quali si faceva chiamare affettuosamente Zio Ted. Evidentemente la doppia vita non gli ha mai impedito di fare carriera. San Giovanni Paolo II lo volle vescovo fino a farlo diventare cardinale nel concistoro del 2001. Benedetto XVI, una volta eletto, cercò di metterlo all'angolo, ordinandogli di restare in disparte, di non fare viaggi, di non esporsi pubblicamente ma il suo provvedimento fu disatteso, risultando inutile. In curia decisero di non rendere pubblica alcuna sanzione perché non era prassi.
McCarrick continuava a godere di grande stima, sicuramente poteva contare su tanti amici e su una piattaforma di consenso che gli derivava dalla generosità con la quale rimpinguava l'Obolo di San Pietro. Papa Francesco, una volta eletto, venne messo al corrente di questo caso dai suoi collaboratori ma in un primo tempo scelse di congelarlo. Probabilmente per non enfatizzare i rapporti omosessuali di McCarrick con seminaristi maggiorenni, visto che non erano ancora emerse le denunce di molestie a minori.
Nel frattempo veniva pubblicato il velenoso pamphlet dell'arcivescovo Viganò con il quale si accusava Francesco di incoerenza nel trattare proprio il caso McCarrick, un caso che stava causando nella Chiesa americana un pericoloso smottamento, da una parte i vescovi più tradizionalisti (e anti Bergoglio) e dall'altra i progressisti, a favore della comunione ai divorziati, delle aperture alle coppie arcobaleno, del dialogo con i lontani. Chissà se la mossa di spretare lo Zio Ted basterà a placare l'opinione pubblica americana.
In questo frangente non mancano le incongruenze. A giudicare i reati di McCarrick - all'interno della Congregazione della Fede, tra la ventina di cardinali e arcivescovi che fanno parte della Feria IV - figura anche il cardinale Crescenzio Sepe. L'arcivescovo di Napoli è tra i membri della sessione ordinaria che è stata chiamata a pronunciarsi la scorsa settimana sugli abusi dell'ex arcivescovo di Washington.
Peccato che la presenza di Sepe in questo organismo abbia suscitato un po' di sconcerto poiché l'arcivescovo è al centro di un caso riaperto da Papa Francesco l'anno scorso e ora sottoposto ad un processo canonico in corso alla diocesi di Milano. Negli anni passati la curia di Napoli aveva trasferito un prete orco, all'epoca parroco a Ponticelli, in un paese in provincia di Pavia, dove sotto falso nome insegnava ai bambini. Un paio di giorni fa una delle vittime di don Silverio Mura, Arturo Borrelli, è stata ricevuta alla Congregazione con il suo avvocato. Entrambi pare che siano stati rassicurati che il prete non è più a contatto con i bambini, che verrà dimesso dallo stato clericale e che a breve uscirà la sentenza.
Franca Giansoldati
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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