Omicidio stradale, arrestato Il padre si era preso la colpa

Domenica 17 Febbraio 2019
Omicidio stradale, arrestato Il padre si era preso la colpa
LO SCHIANTO
MILANO L'Audi A6 era distrutta, ma il conducente completamente illeso. È stato il primo indizio a insospettire i carabinieri intervenuti per il terribile incidente del 10 febbraio scorso sulla strada provinciale di Vignate (Milano), nel quale perse la vita la 24enne Chiara Venuti e due coetanee rimasero ferite. A prendersi la colpa fu un uomo di 59 anni, ma gli investigatori di Melzo non hanno creduto alle sue parole e dopo un'indagine lampo hanno dimostrato che alla guida c'era suo figlio, il 33enne Manuel Inchingolo, scappato a piedi subito dopo l'impatto e costituitosi solo la mattina del 14 febbraio quando ormai il cerchio si stava chiudendo.
Così i militari hanno eseguito il fermo per omicidio stradale su richiesta del pm di Milano Donata Costa, che nel provvedimento ha sottolineato i pesanti indizi di responsabilità e l'aggravante di «essersi dato alla fuga così da evitare di sottoporsi alle analisi atte a verificare l'eventuale alterazione dovuta all'assunzione di sostanze alcoliche o stupefacenti».
L'INCHIESTA
Proprio ieri c'è stato il funerale della ragazza e i genitori hanno ricevuto la notizia del fermo entrando in chiesa.
In quei momenti Inchingolo era già a San Vittore, a breve dovrebbero arrivare i risultati dei test tossicologici chiesti dal pubblico ministero. Suo padre è stato indagato per il reato di frode processuale. L'analisi delle celle telefoniche ha dimostrato che all'ora dell'incidente era molto lontano dal punto dell'impatto, eppure dopo la telefonata del figlio si è precipitato per assumersi la colpa. L'auto era intestata a Manuel che, secondo l'accusa, quel giorno travolse la Renault Clio delle tre ragazze e fuggì senza prestare i soccorsi. La piccola utilitaria finì nel canale di irrigazione, fu necessario l'intervento dei vigili del fuoco per estrarle dall'abitacolo.
I TESTIMONI
Due persone ascoltate dai carabinieri hanno raccontato di aver visto un uomo sul posto subito dopo l'impatto, ma di averlo perso di vista all'arrivo del 59nne. La totale mancanza di ferite, anche solo una piccola escoriazione, è sembrata impossibile ai militari che da subito si sono concentrati sull'intestatario del veicolo.
Per giorni Inchingolo è risultato irreperibile e le richieste di contattarlo per le pratiche amministrative legate all'Audi sono state evase dal padre in modo più che sospetto. Ciò ha convinto i carabinieri di Melzo a chiedere l'utilizzo di intercettazioni e la mappatura delle celle telefoniche. Poi, quando era ormai tutto chiaro e i sospetti stavano diventando prove, il 33enne si è presentato in caserma.
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