Malgrado le avessero diagnosticato una leucemia linfoblastica acuta, i genitori

Venerdì 28 Aprile 2017
Malgrado le avessero diagnosticato una leucemia linfoblastica acuta, i genitori si sono rifiutati di sottoporla alla chemioterapia. Sostenitori della medicina del tedesco Hamer, l'hanno curata con cortisone, vitamina C e agopuntura. Ma Eleonora Bottaro di Bagnoli di Sopra (Padova) è morta il 29 agosto dell'anno scorso nel letto di casa sua. Ora papà Lino di 63 anni e mamma Rita Benini di 51, sono accusati di omicidio colposo aggravato dalla previsione dell'evento. Chiuse le indagini della Procura di Padova con il procuratore capo Matteo Stuccilli, i genitori di Eleonora rischiano il rinvio a giudizio.
Tutto è iniziato il 10 febbraio dell'anno scorso quando Eleonora, 17enne, si è recata dal suo medico di base. La ragazza dal periodo natalizio non andava a scuola perchè accusava febbre e dolori alle ossa. Mesi nei quali, secondo l'accusa, i genitori hanno tentato di curarla con il cortisone e l'agopuntura. Il dottore le ha ordinato gli esami del sangue e due giorni dopo, il 12 febbraio, a Eleonora è stata diagnosticata la leucemia. Il medico di base, Renato Taglietti, conoscendo la volontà del padre Lino di seguire il credo di Hamer e preoccupato per la salute della giovane, si è recato dai carabinieri. I coniugi Bottaro allora hanno deciso di fare ricoverare la figlia all'ospedale di Schiavonia, dove, secondo l'accusa, avrebbero rifiutato la chemioterapia. Rifiuto proseguito poi anche nel reparto di Oncoematologia pediatrica dell'ospedale civile di Padova. Il 26 febbraio, i genitori hanno ottenuto le dimissioni di Eleonora, lo stesso giorno in cui il Tribunale per i minori di Venezia ha sospeso loro la potestà genitoriale. Perchè la 17enne sarebbe stata indotta dai genitori a rifiutare la chemioterapia.
Il 16 marzo il Tribunale dei minori ha nominato un tutore per Eleonora, obbligando i genitori a farla curare con la medicina tradizionale in una struttura a loro scelta. La ragazza è stata così ricoverata in Svizzera all'ospedale di Bellinzona, ma quando i medici le hanno consigliato di sottoporsi alla chemioterapia è arrivato un nuovo no. I genitori allora hanno cercato una clinica, vicino a Bellinzona, dove curare la figlia con altri metodi. Alla fine Eleonora, senza avvisare i servizi sociali, il suo tutore e il Tribunale dei minori, è rientrata in Italia. Era il 31 luglio, ma le sue condizioni erano ormai gravi ed è stata ricoverata all'ospedale di Schiavonia. Il 22 agosto, diventata maggiorenne, ha voluto ritornare a casa. Una settimana più tardi, il 29 agosto, è morta.
Lascia senza parole quanto ha dichiarato il professore Giuseppe Basso, direttore della Clinica di Oncoematologia pediatrica: «Se Eleonora si fosse curata con terapie adeguate sarebbe sicuramente tra noi. La malattia era curabile, l'ho detto io e l'ha detto il primario dell'ospedale di Bellinzona: oggi se un paziente non fa chemioterapia per questo tipo di malattia, non sopravvive per più di sei-sette mesi. È un dato risaputo: chi prende solo cortisone, senza chemio, non ce la fa. Salvo qualche complicanza stranissima, la ragazza aveva ottime chance di guarigione». E ancora: «Le percentuali di guarigione dalla leucemia superano oggi l'ottanta per cento, è chiaro che guarire non è facile, ma è possibile. Senza chemioterapia invece guarire è impossibile». I dati confermano che quattro bambini su cinque recuperano la piena salute. Per giovani adulti, come era Eleonora, le percentuali di guarigione si attestano sul 78%.
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