LE SCHERMAGLIE
ROMA Non c'è ancora il nuovo governo a Roma, ma tra la futura

Lunedì 21 Maggio 2018
LE SCHERMAGLIE
ROMA Non c'è ancora il nuovo governo a Roma, ma tra la futura Italia Lega-stellata e la Francia di Macron tira già aria di discordia. Ieri mattina è stato il ministro dell'Economia Bruno Le Maire ad aprire, se non le ostilità, le perplessità. «Se il nuovo governo prendesse il rischio di non rispettare gli impegni su debito, deficit e risanamento delle banche, sarebbe minacciata tutta la stabilità finanziaria della zona euro» ha detto il ministro in un'intervista a Europe1. Da Fiumicino e Teramo, i due colleghi al lavoro sul nuovo governo questa volta non hanno avuto bisogno di un contratto per mettersi d'accordo sulla risposta. «Si mettano l'anima in pace, se ci chiedono di fare come i governi precedenti, faremo l'esatto contrario. I francesi si occupino della Francia e non mettano il naso nelle cose altrui, semmai parliamo di Ventimiglia e dei migranti fermi al confine» ha risposto Matteo Salvini, in visita al gazebo della Lega a Fiumicino. «Prima di spread e dei parametri di Bruxelles vengono i cittadini italiani con i loro diritti essenziali. E se dovremo pretendere qualcosa in Europa non andremo col cappello in mano ma chiederemo i margini per poter spendere come seconda forza manifatturiera in Europa e che da 20 miliardi e ne vede rientrare 10-12» ha fatto eco Luigi Di Maio da Teramo. Attriti italo-francesi in vista anche sulla Tav. «Leggete il contratto, non c'è blocco della Tav. Ci sono progetti che saranno riesaminati, alcuni saranno confermati, altri ridiscussi» ha detto Salvini. E in Francia già hanno fatto sapere che margini di rinegoziato non ce ne sono. Figuriamoci se passa la linea di Di Maio, che da Teramo ha messo una croce sul tunnel dell'alta velocità in costruzione: «Dico ai francesi che per la Tav avete scavato, scavato per anni ma ormai è superata, quindi prendiamoci quei soldi e mettiamoli nel trasporto pubblico locale». Le Maire per ora usa toni cauti, ma già abbastanza chiari: «Vedremo quali saranno le decisioni dei responsabili italiani, io ripeto quanto sia importante rispettare gli impegni a lungo termine per garantire la nostra stabilità comune. Il governo italiano ha avuto il coraggio di risanare le banche. Smettere ora significa minacciare le economie di tutti i risparmiatori europei».
Avvertimenti che Salvini non ha gradito. «Un ministro francese avverte il futuro governo: non cambiate niente o saranno problemi ha twittato il capo del Carroccio - Altra inaccettabile invasione di campo. Non ho chiesto voti e fiducia per continuare sulla via della povertà, della precarietà e dell'immigrazione: prima gli italiani!». Di Maio ha bacchettato Le Maire non solo sui toni ma anche sulla teoria: «La filosofia economica che sta dietro al contratto di governo è molto diversa rispetto a quella dominante negli ultimi anni. L'abbiamo sempre detto e lo ripetiamo: l'austerità ha fallito, le politiche dei governi che ci hanno preceduto hanno fatto esplodere il rapporto debito/Pil e depresso l'economia».
IL VOTO
Alla fine, un piccolo segno di pace. Al ministro dell'economia francese «rispondo con un sorriso», ha scritto Di Maio: «Fateci partire e poi ci criticate, ne avete tutto il diritto. In Italia il 50% degli italiani ha votato due forze politiche che stanno formando un governo e questo governo vuole rimettere in discussione, non con la forza, alcuni trattati o regole, ma con il dialogo. Però mi sembra davvero inusuale che tanti ci attacchino prima di iniziare».
Francesca Pierantozzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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