LE REAZIONI
PADOVA Vigonza e Sherbrooke. Un piccolo paese alle porte di Padova

Domenica 20 Gennaio 2019
LE REAZIONI
PADOVA Vigonza e Sherbrooke. Un piccolo paese alle porte di Padova e un'elegante città nella regione canadese del Quebec. Le famiglie di Luca Tacchetto ed Edith Blais sono separate da un oceano, ma in questi giorni di enorme angoscia sono idealmente abbracciate aspettando notizie dall'Africa.
Il padre di Luca, l'ex sindaco di Vigonza Nunzio Tacchetto, ha un cellulare che trilla continuamente e passa il sabato mattina lavorando in giardino per tradire l'attesa. Il grande cancello della sua casa di campagna è sempre stato aperto, ma da alcune settimane è chiuso nel tentativo di ritrovare almeno un pizzico di calma. «Non voglio dire più niente, chiedo solamente il silenzio. Abbiamo bisogno di stare tranquilli» dichiara ora Tacchetto, aspettando solamente buone notizie dalla Farnesina.
Due settimane fa, il 5 gennaio, era stato lui stesso ad ipotizzare prima di tutti la pista del sequestro. «La prima cosa che ho pensato è che mio figlio e la ragazza siano stati rapiti - disse alzando gli occhi al cielo -, ma non abbiamo avuto alcun tipo di certezza. Luca è un giovane in gamba, scafato. Se c'è una persona in grado di cavarsela, quella è proprio lui».
Anche la moglie Rosanna, insegnante alle scuole medie di Pianiga nel Veneziano, ieri parlando con alcuni amici ha evitato di sbilanciarsi: «Non ci è stato detto nulla di ufficiale e quindi non sappiamo cosa pensare. Ho letto anche io le dichiarazione del primo ministro del Canada, ma preferisco attendere».
FIDUCIA IN QUEBEC
Da Vigonza a Sherbrooke ora c'è un filo diretto grazie alle sorelle di Luca ed Edith, che si sono messe in contatto su Facebook facendosi forza a vicenda. «Penso ai genitori di Luca tutto il tempo - confida la madre della ragazza, Jocelyne Bergeron-. Ho avuto modo di parlare una volta con la signora Rosanna: ho sentito nelle sue parole tutti i suoi timori ma so che sta tenendo duro anche lei come sto facendo io».
Ma cosa ha saputo la famiglia canadese dal proprio governo? «Ho letto le dichiarazione del nostro primo ministro secondo il quale mia figlia sarebbe viva, ma noi non abbiamo conferme di nulla - risponde mamma Jocelyne -. Edith è viva al cento per cento solamente nel mio cuore. Non vedo l'ora di poterla riabbracciare, di poterle dire che la amo e che sono sempre stata qui ad aspettarla».
Nei giorni scorsi la signora Jocelyne ha avuto modo di incontrare due esponenti di spicco del governo di Ottawa: il ministro degli esteri Chrystia Freeland e la collega allo Sviluppo internazionale Marie-Claude Bibeau. Un colloquio per ribadire il massimo impegno delle autorità canadesi senza però fornire troppi dettagli sulle ricerche e sulle eventuali trattative. «Ho sentimenti contrastanti e una gran confusione in testa - racconta ancora la mamma -, spero che il governo canadese abbia detto al governo italiano qualcosa in più. Io resto sempre molto fiduciosa».
SPIRITO VIAGGIATORE
Da quando aveva diciotto anni, Edith non è mai stata ferma. La sua voglia di scoprire ogni angolo del mondo è sempre stata insaziabile e Luca Tacchetto era, per lei, il compagno di viaggio perfetto. «Edith è sempre stata riservata sulla sua sfera personale - spiega la madre - ma ho capito che gli vuole davvero un gran bene. Si sente molto legata a Luca. In questo viaggio si sentiva al sicuro proprio perché aveva Luca al proprio fianco. Quando ho parlato con quel ragazzo, anche io l'ho apprezzato molto. Non vedo l'ora di abbracciarli entrambi e di poter fare una grande festa». Cuore di mamma. Cuore pieno di speranza.
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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