Le garanzie del professore: non sarò mero esecutore

Martedì 22 Maggio 2018
IL PERSONAGGIO
ROMA Non un premier marziano, anche se non ha mai fatto politica attiva. Tanto meno un rivoluzionario alla Marat - anche se Di Maio l'ha definito un «amico del popolo», soprannome del personaggio storico francese - e semmai Giuseppe Conte ci tiene ad essere la figura istituzionale capace di «fare sintesi», così si è espresso con amici, tra M5S e Lega. Senza somigliare a nessuno dei due firmatari del contratto di governo. Con il Quirinale ieri la prima telefonata da premier quasi incaricato, ma Mattarella deve ancora fare le sue valutazioni, e come prevede la Costituzione sarà con il Capo dello Stato che il forse capo del governo parlerà dei ministri. Ben sapendo però che i Dioscuri, cioè Di Maio e Salvini, gli staranno con il fiato sul collo. Più il secondo che il primo.
Un personaggio così, non un peso massimo dal punto di vista della notorietà extra-professionale, viene descritto da chi lo conosce bene, giuristi e avvocati come lui, come un tipo molto determinato. Che sa di rischiare la parte del vaso di coccio tra due vasi di ferro, ma crede anche di poter affrontare il pericolo. Il suo profilo Facebook, fermo al 2015 in ossequio alla sua riservatezza assoluta, è sormontato dall'icona di Yoda, il mitico personaggio di Guerre stellari a cui lui evidentemente s'ispira che ha per slogan il seguente: «No! Provare no! Fare o non fare! Non c'è provare». Dunque, se Mattarella gli dà l'incarico, Conte è sicuro di farcela. In queste ore, e nei giorni scorsi, Conte ha consultato amici (pochi) e colleghi (selezionatissimi). Dicendo loro: «È giusto che mi cimenti in questa prova?». Molti di loro gli hanno detto che le istituzioni vanno servite, se ti chiamano, e questo è anche uno dei suoi convincimenti personali. Ha una rete di conoscenze e di rapporti professionali che vanno da Guido Alpa - il suo maestro anche se Conte ci tiene al profilo di self made man, un grande professore e barone, decano del diritto civile con cui divide il facoltoso studio di avvocato al terzo piano di Piazza Cairoli 6 - a Alessandro Pajno, presidente del Consiglio di Stato. Quest'ultimo amicissimo di Mattarella, l'altro assai stimato dal presidente della Repubblica, che avrebbe preferito un premier politico ma la figura di Conte e il suo mondo di riferimento lo rassicurano.
IL PROFILO
Controfigura o portavoce di Di Maio e Salvini? Conte non si riconosce in queste ipotesi, e sta confidando agli intimi: «Non sarò un mero esecutore». Eppure, l'Esecutore è il suo sigillo di partenza. Bisognerà vedere se troverà, lungo il cammino, la forza che attualmente gli manca e che Mattarella spera che avrà. Alla sua debolezza politica fa da contraltare - e su quello punta assai il professor Conte - una conoscenza ramificata, e che è andata crescendo grazie al suo ruolo di numero due del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, degli organi burocratici, delle figure che vi appartengono, di quell'ossatura dello Stato che esprime capi di gabinetto dei ministeri e altro personale che manda avanti la cosa pubblica. Debole insomma su un fronte, quello del mondi dei partiti e della politica politicante, ma piuttosto attrezzato su un altro fronte. Che è quello delle conoscenze e delle pratiche istituzionali. Da questo punto di vista con Mattarella non ci saranno problemi.
Con Salvini, invece, la differenza è abissale in tutto. Per dirne una: ha sempre votato a sinistra Conte. Ma soprattutto, chi lo conosce bene assicura che è un europeista doc. Si racconta che dietro la svolta filo-Ue di Di Maio ci siano stati proprio i suoi suggerimenti.
Non ha ancora detto agli amici: farò questo, farò quello. Ma il suo governo non sarà di rottura rispetto all'Europa, si rivelerà allergico alla finanza creativa (non è nelle corde culturali del personaggio) e impegnato a cambiare il rapporto tra Stato e cittadini. «Rendere più efficiente la pubblica amministrazione e semplificare tutto, tagliando anzitutto le leggi inutili», è il suo mantra. I rapporti con il mondo ecclesiastico sono buoni. Ha studiato tra l'altro, ed è stato anche tutor, a Villa Nazareth, istituto presieduto dal cardinal Silvestrini e conosce Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano.
OLTRETEVERE
Si parla molto dei suoi rapporti con i renziani, ma riguardano soprattutto la colleganza con l'avvocato fiorentino Tombari, da cui hanno lavorato Bonifazi e la Boschi. Conte la conosce, ma non è certo del giro di Maria Elena e non ha intrattenuto rapporti politici con lei. A Palazzo Chigi, come braccio destro, Conte potrebbe portare Fabrizio Di Marzio, consigliere di Cassazione e docente di diritto privato e commerciale. O il magistrato napoletano Sergio Zeuli, il professore e senatore grillino Ugo Grassi. Conte si sente pronto, e nel suo stato su WhatsApp si legge questa frase di J.F.Kennedy: «Ogni realizzazione comincia con la decisione di provarci».
Mario Ajello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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