LA MORTE MISTERIOSA
ROMA A trentatre mesi dall'apertura dell'indagine arrivano

Mercoledì 5 Dicembre 2018
LA MORTE MISTERIOSA
ROMA A trentatre mesi dall'apertura dell'indagine arrivano i primi cinque indagati nel procedimento avviato dai pm della Procura di Roma sulla scomparsa e sulla morte di Giulio Regeni. L'annunciato colpo di acceleratore è stato formalizzato ieri dal Procuratore capo Giuseppe Pignatone e dal sostituto Sergio Colaiocco che contestano il reato di sequestro di persona ad ufficiali appartenenti al dipartimento Sicurezza nazionale (servizi segreti civili) e all'ufficio dell'investigazione giudiziaria del Cairo (polizia investigativa).
LA SVOLTA
Una svolta legata all'attività di indagine che, nonostante difficoltà e rallentamenti, è stata portata avanti in questi mesi dai carabinieri del Ros e dagli uomini dello Sco. Mettendo in fila gli elementi raccolti, anche grazie ai dieci incontri avuti con gli omologhi egiziani, gli inquirenti italiani sono riusciti a dare un nome a chi ha messo in atto il sequestro del ricercatore friulano di cui si persero le tracce il 25 gennaio del 2016 e venne ritrovato privo di vita sulla strada che collega Alessandria d'Egitto con il Cairo il 3 febbraio seguente. Un complesso lavoro di indagine in cui un ruolo fondamentale hanno avuto i tabulati telefonici. Nel registro degli indagati finiscono pezzi da novanta dell'intelligence civile cairota. In particolare il generale Sabir Tareq, i colonnelli Usham Helmy e Ather Kamal e il maggiore Magdi Sharif. Tra i profili emersi anche quello dell'agente Mhamoud Najem. Ufficiali, alti funzionari e agenti che si sono adoperati per mettere sotto controllo Regeni dopo la denuncia di Mohamed Abdallah, figura di spicco nel sindacato degli ambulanti, che aveva raccontato alle forze di sicurezza egiziane del ricercatore italiano, della sua intenzione di svolgere un dossier e del fatto che fosse una spia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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