LA GIORNATA
RIMINI Beppe Grillo sarà ancora il capo politico? «Eh».

Sabato 23 Settembre 2017
LA GIORNATA RIMINI Beppe Grillo sarà ancora il capo politico? «Eh».
LA GIORNATA
RIMINI Beppe Grillo sarà ancora il capo politico? «Eh». Tace perché non può dire sì Beppe, che si autodefinisce papà di tutti ma capo politico no, non più. «Le decisioni importanti le prederanno sempre gli iscritti, ma è importante che ci sia un ragazzo di trent'anni che, se sarà eletto, andrà a parlare con i capi di Stato. Io comunque ci sono, sono il papà e il fondatore». Tira una brutta aria su Rimini, dove ieri sera si è aperta la tre giorni pentastellata. Doveva essere la festa gioiosa dei 5Stelle che puntano dritto, con Luigi Di Maio premier, su palazzo Chigi. Verrà ricordata per le faide interne, il flop delle primarie, il tracollo del sistema Rousseau.
Alla fine Beppe non ha sciolto i dubbi che attanagliavano Roberto Fico, Nicola Morra, Carlo Sibilia, Luigi Gallo e tutti gli altri che erano entrati in Parlamento grazie al suo volto sul simbolo. «Il capo politico? Non fatevi fuorviare dalla semantica - gigioneggia Grillo, che spera che le sue parole arrivino alle orecchie degli ortodossi - il capo politico è una questione che impone la legge. Il premierato non esiste come forma giuridica in Italia».
Ma la forma è tutto per chi ha creduto nella rigida distinzione di ruoli che da sempre contraddistingue il Movimento che si è sformato agli. Occhi dei duri e puri.
LA SCALETTA
Lo si vede quando Roberto Fico viene depennato dalla scaletta di ieri sera. È lui che alza le mani e sventola bandiera bianca dimostrando che la visibilità mediatica non è il suo punto G, come veniva contestato a chi andava in Tv senza previa autorizzazione. Il suo intervento era relegato a uno spazio piuttosto recintato: una breve cronistoria dei problemi legati alle telecomunicazioni. Da candidato premier alternativo Di Maio a portavoce qualsiasi. «No, era inaccettabile», confidano i suoi. Così senza nemmeno un confronto, Fico e sparito dal palinsesto pentastellato. Dall'hotel Baia Imperiale dove alloggia solo con i suoi strettissimi collaboratori che come lui vivono la politica a metà, Grillo esce volutamente incappucciato, coperto da una giacca nera che lo censura agli occhi dei cronisti polirici con cui, lo aveva fatto intendere già al Forum, non vuole spartire più nulla.
ALBERGHI SEPARATI
In un altro hotel, poco lontano, c'è tutta la nuova classe dirigente del Movimento 5Stelle: Davide Casaleggio e Luigi Di Maio che arriva con un sorriso a trentadue denti e parla per dire che non parlerà perché lo aspetta un'incoronazione plateale stasera sul palco centrale di Rimini che è stato allestito senza simboli e bandiere e che troneggia alla fine della gimkana riminese costellata di tutte le tappe pentastellate: aree per i sindaci, gazebo regionali, il villaggio Rousseau, i presìdi M5S di Camera, Senato e cotè Bruxelles. Lui appartiene a tutti questi luoghi e a nessuno. Questo il senso del mastodontico palco centrale: fare in modo che il leader sia lui al di là di tutto, anche della votazione online che ha avuto bisogno di tre sessioni molto complicate. La piattaforma Rousseau è andata pesantemente a rilento ed stata infatti colpita da nuovi attacchi informatici che «saranno denunciati» si legge nel blog dove si parla di una partecipazione storica, «una delle migliori di sempre». «Attacchi hacker sono stati respinti», assicura lo stesso fondatore. L'affluenza si aggira tra i 50 e i 60 mila clic, indiscrezioni dicono che è andata «come una giornata di voto nella media». In ogni caso siamo lontani dagli 87 mila voti che caratterizzarono il voto sul nuovo regolamento e che lasciarono le urne elettroniche aperte per un mese intero. Oggi si continua.
IL PALCHETTO
Gli occhi sono puntati su Fico che dovrebbe parlare dal palchetto del villaggio Rousseau, ma a questo punto tutto è possibile. Anche se oggi è la giornata di Di Maio. «Io sono anziano, si apre una fase di trentenni e quarantenni, è meraviglioso», ribadisce ancora Grillo. E' la parziale uscita di scena di Grillo che comunque sarà in Sicilia. «Altre due o tre denunce e vinciamo», scherza il Garante del M5S. Nessuna traccia di Luigi Di Maio e Davide Casaleggio che esibiscono un'assenza calibrata e già lontanissima e solitaria. Arriveranno insieme alla festa e rigorosamente nel blindatissimo backstage.
Stefania Piras
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci