LA FRATTURA
VENEZIA Sull'autonomia il monolite pentastellato comincia a mostrare

Domenica 17 Febbraio 2019
LA FRATTURA VENEZIA Sull'autonomia il monolite pentastellato comincia a mostrare
LA FRATTURA
VENEZIA Sull'autonomia il monolite pentastellato comincia a mostrare un po' di crepe. Soprattutto tra Nord e Sud. Mentre in Veneto parlamentari e consiglieri regionali del M5s difendono il progetto dell'autonomia rafforzata, ricordando che sulla questione si è esposto in prima persona il vicepremier Luigi Di Maio, da Roma in giù sono critiche e richieste di modifica. Con scambi incrociati di accuse tra parlamentari: «È D'Incà che parla a titolo personale», ha detto la senatrice napoletana Paolo Nugnes replicando al deputato bellunese che aveva definito «un falso» il dossier pentastellato sull'autonomia reso noto pochi istanti prima che si riunisse il Consiglio dei ministri.
I FATTI
Come raccontato ieri dal Gazzettino, i deputati veneti Federico D'Incà e Alvise Maniero hanno preso pubblicamente le distanze dal dossier attribuito ai parlamentari del M5s e diffuso pochi istanti prima della seduta del Consiglio dei ministri di giovedì. Una nota fortemente critica nei confronti delle bozze di intesa riguardanti Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna che, tra l'altro, contestava anche l'inemendabilità dei provvedimenti. «Trovo sconcertante - aveva detto D'Incà - che vengano fatti uscire falsi dossier sul Movimento 5 Stelle. Note che non si sa da dove provengano e fatte solo per provocare rotture nel Governo». E riferendosi «ad alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle che esprimono le proprie preoccupazioni», il deputato bellunese era stato lapidario: parlano «solo a titolo personale».
La replica è arrivata ieri dalle colonne del Mattino di Napoli che, oltre a riportare la conferma da parte dello staff a Cinque Stelle della veridicità del dossier, ha dato voce alla senatrice napoletana Paola Nugnes: «Quella di D'Incà è una fuga in avanti, il dossier rappresenta posizioni e preoccupazioni ampiamente condivise dai Cinque Stelle e già affiorate nei ministeri a nostra guida. Semmai - ha aggiunto Nugnes - a lasciare sconcertati sono le parole di D'Incà: è lui che parla a titolo personale». Interpellato dal Gazzettino, D'Incà ha riferito di non avere «dichiarazioni in merito».
LE CRITICHE
Sull'argomento ieri è intervenuto il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano (M5S) sottolineando che il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini «ha il dovere di occuparsi di tutti gli italiani». «Non creeremo mai regioni di serie A o di serie B» con la riforma delle autonomie che non può «minare il principio costituzionale» dell'uguaglianza dei cittadini, ha detto Di Stefano.
E sempre dal Sud altri distinguo sono arrivati dagli otto consiglieri regionali del M5s Puglia: «Il trasferimento di funzioni non può e non deve essere un modo per sbilanciare l'erogazione di servizi essenziali a favore delle regioni più ricche. Guai alla creazione di un contesto in cui ci sono cittadini di serie A e di serie B espressamente vietato dalla Costituzione». E ancora: «Ogni percorso di autonomia - hanno detto i pentastellati pugliesi - non può prescindere dalla prioritaria individuazione dei Lep (Livelli essenziali di prestazione) per garantire servizi essenziali in misura uguale a tutti i cittadini, in qualsiasi Regione vivano».
Nei social, intanto, c'è chi rivanga vecchie dichiarazioni. Così, se il ministro pentastellato per i Rapporti con il Parlamento, Roberto Fraccaro, assicura che le Camere avranno «un ruolo centrale» nella riforma delle autonomie, ecco che su Facebook gli viene ricordato quando, nel settembre 2017, diceva che «il Trentino-Alto Adige e la sua Autonomia possono e devono diventare un modello per superare la crisi della democrazia in Occidente. Un modello non da eliminare, ma anzi da rafforzare ed esportare nelle altre regioni italiane».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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