Isis, lui arrestato per terrorismo alla madre il sussidio comunale

Domenica 27 Novembre 2016
Isis, lui arrestato per terrorismo alla madre il sussidio comunale
Lui, accusato di terrorismo internazionale, è finito in manette all'inizio dell'anno. La madre, rimasta nella casa di Azzano Decimo, in provincia di Pordenone, ha chiesto - e ottenuto il via libera - il contributo per l'affitto. E in Friuli scoppia la polemica.
Il trentasettenne Ajahn Veapi, macedone sospettato di reclutare nuovi adepti per conto dell'Isis e fermato a Mestre alla fine di febbraio con l'accusa di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale, fa parte del contingente balcanico finito nelle inchieste delle Procure del Nordest - coordinate da Venezia - sulle infiltrazioni tra Veneto e Friuli di personaggi legati all'estremismo. Il suo arresto ha avuto ripercussioni sulla situazione economica della famiglia, da tempo trasferitasi in Italia. La madre, così, ha fatto richiesta ai Servizi sociali del Comune pordenonese di un contributo per l'affitto di 785 euro. E a breve dovrebbe ottenere i soldi. La domanda, infatti, ha ricevuto il parere favorevole dell'Ambito territoriale e anche del Comune che eroga i soldi per contro della Regione. La notizia è stata postata su Facebook da un consigliere comunale, Massimo Piccini, che fa parte dell'opposizione di centrodestra, il quale si chiede come sia potuto accadere. A maggior ragione dopo le polemiche già sollevate a proposito dei sussidi pubblici che riceveva il muratore macedone. «Vi ricordate - dice - i due reclutatori Isis (l'altro era Arslan Osmanoski, di 30 anni, espulso il 21 maggio scorso) e quello che successe dopo l'arresto e l'espulsione, perché si scoprì che percepivano sussidi pubblici?».
Veapi, che abitava a Tiezzo, era beneficiario del fondo di solidarietà regionale di disoccupazione ed era seguito dai Servizi sociali dell'Ambito assistenziale. L'ex muratore, che aveva lavorato alla Bertolo di Fiume Veneto, percepiva circa 500 euro al mese. Il consigliere comunale ricorda «che allora tutti i politici, dal Comune alla Regione, si stracciarono le vesti dicendo che bisognava modificare i regolamenti di accesso ai servizi sociali».
Il sindaco Marco Putto conferma tutto: «È vero. La pratica di fatto è conclusa e ora il Comune dovrà rilasciare quel contributo attingendolo dai soldi della Regione. Mi rendo conto che questo fatto si presta ad un mare di polemiche, ma il Comune non poteva fare altro».
Il cittadino macedone abitava da una decina d'anni con la seconda moglie, una connazionale (la prima era italiana) e un figlio, a Tiezzo, in una palazzina dove la donna sino a poco tempo fa è vissuta con la suocera. «La politica non ha vigilato - accusa il consigliere d'opposizione - Vi pare giusto che la donna che sapeva dell'attività del figlio, possa diventare beneficiaria di un assegno per l'affitto, che le potrebbe essere erogato nei prossimi giorni?».
E il sindaco spiega: «Quando abbiamo ricevuto la richiesta del bonus per l'affitto agevolato il nostro dirigente ha inviato un quesito alla questura chiedendo se era possibile proseguire con l'iter. La risposta è stata chiara: se la donna ha diritto al bonus perché rientra tra quelle persone che hanno i requisiti per averlo, lo deve ricevere. C'è poco da fare».
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