«Il presidente del Consiglio Conte è l'unico che proponga una soluzione

Giovedì 24 Gennaio 2019
«Il presidente del Consiglio Conte è l'unico che proponga una soluzione fattibile». Sulla controversia esplosa per la proposta della Francia di assicurare alla Germania un seggio permanente al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, si esprime anche Edward Luttwak, raggiunto dal Messaggero. L'esperto di geopolitica commenta: «Non so se la proposta espressa da Conte sia politicamente giusta o sbagliata. Quel che so è che sarebbe l'unica realizzabile: la Francia può solo proporre di rinunciare lei al proprio seggio per darlo all'Unione europea».

Non pensa però che si potrebbe realizzare l'ampliamento del Consiglio di Sicurezza, e allora includere la Germania?
«L'idea di ampliare il Consiglio di Sicurezza è irrealizzabile. Si creerebbe una lista infinita e impossibile di pretendenti. Allo stato attuale l'idea sarebbe di dare un seggio al Brasile, uno alla Nigeria, uno all'India. Ma come può la Nigeria rappresentare l'Africa? Solo perchè è più popolosa del Sudafrica? E se si dà un seggio all'India, il Pakistan chiederà un seggio in quanto rappresentante dell'ala islamica. No, l'idea di cambiare è impossibile».

E quindi anche aggiungere un seggio per la Germania è impossibile...
«Se si accetta l'idea che il Consiglio di Sicurezza deve cambiare, l'unico spostamento possibile e immaginabile è quello del seggio francese. La Francia ricevette quel seggio alla fine della guerra mondiale come potenza vincitrice, ma in realtà era un Paese stremato e sconfitto, con gli eserciti britannico e americano in casa e al massimo un paio di brigate francesi sopravvissute. Poi se lo è tenuto stretto questo seggio, diventando una potenza nucleare, e comportandosi come una grande potenza militare in Africa. Conte ha avuto una idea non malvagia: se la sovrana repubblica francese volesse disfarsi del proprio seggio, lo dovrebbe dare all'Unione europea. Il seggio diventa il seggio europeo. Questo sarebbe giusto».

Difficile che la Francia voglia rinunciarvi, anzi sembra che con questo accordo con la Germania voglia rafforzare la propria leadership, non crede?
«Sin dalla sua infanzia l'Unione europea ha avuto bisogno di leadership. E infatti i suoi momenti migliori sono stati quando Francia e Germania erano le forze che pilotavano la nave. Ora Francia e Germania devono tentare di fermare il contagio Brexit. E' ironico che gli unici che stiano manifestando per le strade a favore dell'Unione europea per ora siano proprio gli Inglesi, che avevano votato per uscirne... Macron ha capito che ci vuole leadership, e con questo accordo si assicura il supporto dell'economia tedesca e in cambio offre la propria potenza geopolitica».
E l'Italia che ruolo può avere?
«Dove le istituzioni non riescono neanche a raccogliere l'immondizia nelle città, non si può aspirare ad avere un ruolo internazionale».

Lei quindi è critico sulle posizioni polemiche espresse dall'Italia?
«Le capisco, so da dove viene l'amarezza, addirittura il disprezzo. E so che il governo sta cercando di applicare le leggi con l'intento di tutelare la sovranità del Paese, e che Salvini ha la potenzialità di diventare un leader. Vedo che sta maturando, sta imparando il mestiere. Ma è ancora poco per avere un ruolo internazionale. Invece vedo che vari governi regionali italiani stanno funzionando in modo egregio, guidati da una vera leadership, ma localmente».

Insomma, allora è ottimista sul cammino italiano?
«Per la verità non lo sono. Anzi ho paura per l'Italia. Avete uno Stato che mangia, e pur dopo tanti tagli e riduzioni rimane costosissimo, esosissimo anche paragonato a tutti gli altri Paesi. E quando finalmente la vostra economia stava uscendo da anni di recessione, ecco che state scivolando indietro. Questo mi preoccupa. Ci possono essere gravi conseguenze politiche, e tutto diventa possibile».
Anna Guaita
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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