Il pm del G8 contro la polizia Ira di Gabrielli: è un oltraggio

Giovedì 22 Marzo 2018
Il pm del G8 contro la polizia Ira di Gabrielli: è un oltraggio
IL CASO
ROMA Sale la tensione sulle frasi pronunciate dall'ex pm titolare delle indagini sui fatti del G8, oggi sostituto procuratore presso la corte di appello di Genova, Enrico Zucca. Criticato dal capo della polizia, Franco Gabrielli, come dal vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, mentre i due titolari dell'azione disciplinare - il pg Fuzio e il ministro della giustizia Andrea Orlando - hanno entrambi chiesto copia delle registrazioni video del convegno a cui è intervenuto due giorni fa, alla presenza della famiglia di Giulio Regeni.
L'audio integrale contiene una frase diversa e più mediata di quella apparsa sulle agenzie due giorni fa: «Non siamo riusciti ad identificare alcun torturatore, le nostre forze di polizia non ci hanno consegnato alcun torturatore e i torturatori, cioè chi ha coperto quegli ignoti torturatori, sono, erano, e adesso possiamo dire nuovamente sono, ai vertici delle forze di polizia», dice Zucca. Nel parlare, il magistrato ha citato anche la sentenza della Corte europea sui diritti umani che ha redarguito l'Italia perché i funzionari condannati non sono stati rimossi dai loro incarichi. Durissimo il commento del capo della Polizia, Franco Gabrielli: «Mi risuonano oltraggiose le parole di chi non più tardi di ieri ha detto che ai vertici della polizia ci sono dei torturatori. Noi facciamo i conti con la nostra storia ogni giorno. Noi sappiamo riconoscere i nostri errori, al contrario di altri sappiamo pesare i comportamenti. Ma, al contrario di altri, ogni giorno i nostri uomini e le nostre donne garantiscono serenità e tranquillità. Gli arditi parallelismi e le infamanti accuse qualificano soltanto chi li proferisce».
L'INTERVENTO
Anche il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, ha condannato le parole di Zucca. Quella del pm, ha detto all'apertura del plenum di ieri mattina, «è stata una dichiarazione impegnativa con qualche parola inappropriata». Il vicepresidente ha parlato in particolare del tema della comunicazione istituzionale degli uffici giudiziari, di cui si sta occupando un gruppo di lavoro istituito dal Csm e ha espresso l'auspicio che il nodo dei «limiti e delle modalità di esternazione dei magistrati» sui procedimenti a loro affidati o di cui si sono comunque occupati «possa essere in qualche modo affrontato». In realtà, il tema è già affrontato nell'attuale regolamento disciplinare e la giurisprudenza finora ha sempre autorizzato le toghe ad esprimere le proprie opinioni su procedimenti di cui si fossero «spogliati», purché il processo si fosse concluso in ogni sede (la sentenza di Cassazione sul G8 è del 2012). Dunque, l'eventuale modifica a cui accenna Legnini, dovrebbe intervenire sul più ampio argomento del comportamento dei magistrati, sebbene sul punto l'Anm abbia più volte detto che si rischia di toccare il settore del diritto di critica e infatti ieri Md è intervenuta parlando di rischio che «la non condivisione dei contenuti sia impropriamente sanzionata con iniziative di carattere disciplinare».
LE POLEMICHE
A criticare Zucca anche il segretario dell'Associazione funzionari di polizia, Enzo Letizia: «Corre il rischio di incrementare la schiera dei professionisti del disordine ed alimentarne la loro virulenza contro i poliziotti». Mentre a difesa del magistrato si è schierato il suo diretto superiore, il procuratore generale Valeria Fazio: «Il collega ha fatto un discorso molto articolato e pienamente condivisibile. Sono dispiaciuta per le incomprensioni».
Sa. Men.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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