Il mercato dell'auto resta in subbuglio In bilico il 10% delle immatricolazioni

Domenica 16 Dicembre 2018
LE RIPERCUSSIONI
ROMA Il teatrino continua e un settore strategico per il nostro paese resta sulla graticola. Una cosa sembra ormai certa: il malus è scongiurato, nessuno lo chiede più, in pochi l'hanno sostenuto. Se ci saranno i bonus le risorse per sostenerli dovranno essere recuperate da qualche altra parte e questo è un ulteriore problema. Sia come sia, l'intero comparto spera che l'emendamento venga appallottolato come vuole la Lega, insieme a qualsiasi ipotesi di fare un po' di chiarezza su uno scenario che di sicuro avrebbe bisogno di meno contraddizioni e più certezze.
Approcciando l'argomento in questo modo si rischia di fare più danni dei pochi benefici sperati, quindi è il caso di voltare pagina, andare in vacanza e riaprire eventualmente il dossier una volta che il polverone si sarà abbassato. Magari non attraverso un emendamento notturno immediatamente contestato pure da chi lo ha votato. È evidente che il tema è complesso e le varie sfaccettature vanno considerate prima di fare una mossa. Quasi tutti i cittadini sono degli automobilisti visto che sulle strade italiane circolano circa 35 milioni di vetture.
E le conseguenze di manovre in questo campo hanno ripercussioni sull'intera popolazione con risvolti anche elettorali. Soprattutto se si parla di tasse, balzelli anche pesanti in una fase in cui la congiuntura economica non genera certo allegria.
UNA MANOVRA SBALLATA
Ieri il sottosegretario al Mise Mauro Crippa, uno dei fautori del provvedimento, su facebook si è difeso da alcuni attacchi personali, suoi ipotetici interessi nel settore delle batterie. Non è certo questo il punto, nessuno ha mai pensato ad interessi di parte, si tratta solo di una manovra sballata che, pur cercandola di puntellare in tutti i modi, non ha alcuna chance di restare in piedi, neanche per caso. Le associazioni di categoria, i sindacati, i consumatori, i partiti, tutti hanno puntato i riflettori su una misura con le gomme completamente a terra ancora prima di partire. Non raggiunge nemmeno il target principale che era quello di migliorare l'ambiente in cui viviamo con importanti vantaggi per la salute delle persone. È facile intuire che se sostituissimo vecchie vetture con motore termico con altrettante elettriche come sarà in futuro avremmo dei vantaggi. Ma questo non può avvenire, nemmeno se i bonus fossero di decine di migliaia di euro. Negli 11 mesi del 2018 sono state immatricolate in Italia 4.630 vetture elettriche, forse a fine anno arriveremo a cinquemila. Quante potranno essere nel 2019? Il doppio. Il triplo.
Di più è impossibile perché non ci sono ancora strutture adeguate, i modelli stanno arrivando e l'andatura non può essere più veloce. Un numero, quindi, che è sempre poca roba rispetto ad un mercato totale che per funzionare bene dovrebbe attestarsi almeno sui due milioni di targhe. Non è quindi questa la strada per rinnovare un parco circolante molto anziano, per farlo andrebbero incentivate le vetture che il provvedimento vuole tassare, cioè quelle benzina e diesel di ultima generazione.
PERDITE PER L'ERARIO
Poi c'è l'aspetto economico, i risvolti sulle strutture commerciali, sull'occupazione e anche sulle entrate dello Stato, dettagli non di poco conto visto che l'automotive è il principale contribuente dell'erario. Le associazioni di categoria hanno calcolato che l'ecotassa così com'è potrebbe far perdere fino a 200 mila vendite ovvero il 10% circa del totale, con un minore incasso d'Iva di oltre mezzo miliardo. L'Italia, inoltre, è un paese produttore, non solo di vetture, ma anche di componenti e se il mercato frena le conseguenze sono immediate. Abbiamo visto negli anni scorsi quanto sia importante la ripresa di Fca per la nostra produzione industriale. Il Lingotto, come ha sempre fatto, non è entrato nelle dinamiche dell'esecutivo, ma il garbato Pietro Gorlier, numero uno di Fiat Chrysler nella regione Emea, annullando un Consiglio con le amministrazioni locali piemontesi non ha potuto non evidenziare che l'esito di questa vicenda potrebbe avere ripercussioni sull'investimento di 5 miliardi appena annunciato dall'azienda. Infine l'aspetto sociale, impossibile da trascurare anche se quello ecologico venisse raggiunto. Lo ha ammesso pure Legambiente. Di solito le tasse sono correlate alla ricchezza o al reddito, in questo caso si tassa un'esigenza, una necessità. Acquistare una vettura che secondo il testo approvato alla Camera va in malus non è un lusso ne un'ostentazione di ricchezza, si tratta solo di un passaggio indispensabile che le famiglie devono fare per muoversi, spostarsi, vivere. A volte anche a costo di importanti sacrifici. Spesso le auto piccole che emettono meno CO2 sono più costose di quelle grandi ma non adatte a trasportare genitori, figli e magari anche i nonni.
Giorgio Urscino
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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