IL FOCUS
Un piano senza dettagli né tempi di realizzazione, per portare

Mercoledì 20 Giugno 2018
IL FOCUS
Un piano senza dettagli né tempi di realizzazione, per portare i migranti salvati in mare non in Italia, Grecia o Spagna, ma in campi o hot spot da istituire in Africa del Nord o anche, nelle intenzioni di paesi come Austria o Danimarca, in Albania o Kosovo. Un piano talmente difficile e lontano da realizzare, da apparire come una beffa se unito alla linea dura sul no alla riforma di Dublino e la chiusura delle frontiere interne dell'Unione che sarebbe la fine di Schengen.
Questo emerge dalla bozza di conclusioni che circola nelle cancellerie UE per il Vertice europeo del 28-29 giugno. Nel testo si parla di piattaforme di sbarco regionali gestite da UE e Onu per vagliare le domande di asilo prima dell'ingresso in Europa. Proposta messa a punto dai presidenti della Commissione e del Consiglio europei, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, ora sul tavolo dei premier e capi di Stato dei 28 per modifiche.
GLI INCONTRI
Se n'è parlato ieri in una girandola di incontri: a Berlino tra la Merkel e Emmanuel Macron, a Vienna tra Antonio Tajani e il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, a Bruxelles tra il Commissario UE agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos, e i ministri degli Interni dei Balcani. E oggi Tusk volerà a Roma. Nella bozza per il vertice di fine mese il Consiglio UE «sostiene lo sviluppo del concetto di piattaforme di sbarco regionali, in stretta collaborazione con l'Alto commissariato per i rifugiati (l'Unhcr) e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim)».
L'Unhcr fa sapere che grazie all'Europa è quasi pronto il «centro di transito a Tripoli per quasi mille persone».
LE RICHIESTE DI ASILO
Una goccia nell'oceano, ma un inizio necessario. Avverte Avramopoulos che quelli indicati nella bozza non sarebbero però i centri di cui si è parlato in Albania o Kosovo (Tirana aveva già smentito). «Nessuna iniziativa di questo tipo è stata discussa a Bruxelles, né con l'Albania né con altri», dice il Commissario UE. «L'idea c'è, ma per ora non è molto concreta. Conoscete per caso un paese che desideri ospitare i migranti diretti nell'Unione? Se lo conoscete, per favore nominatelo».
L'idea della bozza riguarderebbe campi di smistamento nei quali vagliare le richieste di asilo in Africa del Nord, perlopiù in Tunisia e Libia, compatibilmente con le condizioni di sicurezza. Campi destinati a «quanti prendono la via del mare e sono salvati nel corso di operazioni di ricerca e salvataggio». In pratica, i migranti soccorsi verrebbero trasferiti in questi campi fuori dalla Ue, e qui le autorità europee con i funzionari dell'Onu attuerebbero «un rapido trattamento per distinguere tra i migranti economici e quanti necessitano di protezione, riducendo così l'incentivo a imbarcarsi per viaggi pericolosi».
Eventuali campi, precisa a Vienna il presidente dell'Europarlamento Tajani, sarebbero «non di concentramento, ma dove ci siano medici, medicine, vengano rispettati i diritti umani e non ci siano violenze sulle donne».
Certo però che «senza una risposta politica forte del Consiglio UE a fine giugno sulle questioni migratorie, si mette in pericolo l'esistenza stessa dell'Unione Europea», aggiunge. La soluzione stabile può venire solo da massicci investimenti in Africa, secondo Tajani che presto andrà anche in Libia.
SOSTEGNO ALL'ITALIA
Nella bozza di conclusioni c'è pure una dichiarazione di sostegno alla politica italiana per stabilizzare la Libia e contrastare i trafficanti di esseri umani, frenando così i flussi di migranti nel Mediterraneo centrale. «L'UE rafforzerà si legge il sostegno alla Guardia costiera libica, alle comunità costiere e del Sud, per condizioni umane di accoglienza e rimpatri umanitari volontari». Lo stallo invece è totale sulla riforma del Trattato di Dublino, non una sola parola nel testo. Prevale, anzi, la linea opposta alle richieste di Italia e Grecia.
Nella bozza, infatti, c'è una parte sui cosiddetti movimenti secondari di migranti che, tradotta, sta per respingimenti alle frontiere dei singoli Stati UE degli aspiranti rifugiati già registrati nei paesi di primo approdo. Roma e Atene chiedevano invece che tutti i 28 si facessero carico di quote di migranti da accogliere secondo un piano equo di distribuzione. Nette le conclusioni del vertice Merkel-Macron, ma anche la bozza europea: i movimenti secondari «mettono a grave rischio l'integrità del sistema di asilo... Vanno bloccati». Sarebbe la fine di Schengen.
Marco Ventura
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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