Igor si chiama Norbert Feher, ma la caccia continua invano

Venerdì 14 Aprile 2017
BOLOGNA - Continua ad essere introvabile, ma almeno le prove contro di lui adesso sono schiaccianti. Dna e impronte digitali inchiodano Norbert Feher, questo il suo vero nome, alle proprie responsabilità per gli omicidi di Davide Fabbri e Valerio Verri, barista e guardia volontaria vittime del serbo 41enne. L'indagine sui delitti di Budrio e Portomaggiore prende forza ogni giorno che passa grazie all'arrivo dei risultati scientifici e non perde intensità la caccia all'uomo tra campi e acquitrini dove si incontrano le province di Bologna, Ferrara e Ravenna. Il Ris di Parma nel frattempo ha restituito agli inquirenti di Bologna e Ferrara alcune certezze su cui puntellare un futuro processo. La prima arriva dal sangue: confrontando le macchie trovate fuori dal bar di Budrio, dove la sera del primo aprile il killer era stato ferito dalla vittima, con le tracce ematiche sul Fiorino abbandonato a lato di una strada di campagna una settimana dopo, gli specialisti dell'Arma hanno isolato un identico Dna. L'uomo che ha ucciso il barista è la stessa persona che sabato 8 aprile ha assassinato la guardia volontaria Verri a Portomaggiore e ha ferito l'agente di polizia provinciale Marco Ravaglia.
Un altro enigma sciolto è il nome, che definitivamente è Norbert Feher. All'identificazione del killer si è arrivati anche grazie ad informazioni dal suo Paese di origine, dove è ricercato per rapina e violenza sessuale. Igor resta comunque il nome in codice utilizzato da chi conduce le battute.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci