I Casamonica: «Noi brava gente, devono cacciare i romeni ladri»

Martedì 19 Giugno 2018
I Casamonica: «Noi brava gente, devono cacciare i romeni ladri»
ROMA «Devono cacciare i romeni, quelli che puzzano e rubano, quelli che vivono nella monnezza. Qui c'è gente perbene, noi siamo italiani come te. Non diamo fastidio e nessuno e ci facciamo i fatti nostri. Qui ci rispettano e ci vogliono bene. Ci siamo cresciuti qui, questa è casa nostra». Qui nel quartiere dei Casamonica, alla Romanina, periferia di Roma. La signora con i capelli lunghi sciolti sulle spalle e la gonna nera fino a piedi s'allontana verso la fermata del bus, a due passi dal Roxy bar dove il giorno di Pasqua il gestore romeno e una ragazza disabile vennero aggrediti e picchiati. Per il raid furono arrestati Antonio Casamonica, Alfredo, Vincenzo ed Enrico Di Silvio, famiglia imparentata con il più famoso clan sinti che spadroneggia alla Romanina. «Andate a chiedere in giro cosa dicono qui di noi». In giro li difendono. «Mai avuto problemi con loro. Io sono sardo, cresciuto tra queste case e tra i Casamonica. Se non gli dai fastidio, loro non te ne danno». A una manciata di metri c'è la strada delle ville, via Domenico Baccarini. Il cancello di quella di Nando Casamonica è sempre aperto, il citofono non c'è. Si intravedono fontane e leoni. Il capofamiglia è a tavola e non vuole essere disturbato, «chiamiamo i carabinieri». Al telefono Antonio Casamonica dice: «Non commento le parole di Salvini». Parla Angela, anche lei della famiglia di origini rom e attacca il ministro: «Con noi Salvini deve rigare dritto. Non siamo criminali: siamo stati commercianti di cavalli, ora vendiamo macchine».
M.Lo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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