Dl sicurezza e legittima difesa senza coperture E sulla Tap slitta il nulla osta dell'Ambiente

Giovedì 18 Ottobre 2018
Dl sicurezza e legittima difesa senza coperture E sulla Tap slitta il nulla osta dell'Ambiente
IL CASO
ROMA Piccoli intoppi, ciascuno dei quali apparentemente senza importanza ma che, inseriti nel contesto, finiscono per alimentare il clima di tensione all'interno del governo. Nella sola giornata di ieri ne sono emersi almeno tre. Due riguardanti le misure simbolo della Lega (legittima difesa e decreto sicurezza), uno su un argomento delicatissimo per i cinque stelle (gasdotto Tap in Puglia).
Il primo ingranaggio a bloccarsi è il decreto sicurezza. Una «bocciatura» non definitiva arriva dal Senato, sebbene dal Viminale chiariscano che non bloccherà il testo bandiera firmato dal ministro Matteo Salvini. Ieri, il sito del Foglio ha anticipato che nei giorni scorsi la legge che rivede le regole in materia di diritto all'asilo e assistenza ai migranti ha ricevuto una bocciatura da parte del Servizio bilancio del Senato. I tecnici di palazzo Madama hanno rilevato che nella parte in cui si eliminano certi tipi di protezione - in particolare quella umanitaria - non viene specificato come l'introduzione di alcune protezioni temporanee speciali per motivi di salute o calamità naturale sia a costo zero. «Una specifica tecnica», ribattono dal Viminale che fa sapere di aver già risposto nel merito alle obiezioni sollevate, spiegando che la riduzione delle forme di protezione abbasserà i costi dedicati all'accoglienza dei rifugiati. In ogni caso, l'obiezione sarà affrontata dalla commissione bilancio del Senato al momento della conversione.
LEGITTIMA DIFESA
Passa qualche ora e a rimanere incastrato nelle maglie della burocrazia parlamentare è l'intervento sulla legittima difesa. La maggioranza aveva usato tutti gli strumenti previsti dai regolamenti parlamentari per accelerare l'approvazione del testo: via tutti gli emendamenti, dibattito contingentato in commissione Giustizia e una annunciata riunione in notturna che doveva partire alle 20. E, invece, la riunione non si fa. In serata arriva la notizia che alla commissione Bilancio non sono state consegnate tutte le informazioni necessarie e, in particolare, mancherebbero le indicazioni su come saranno trovati i 500mila euro di copertura finanziaria per pagare il gratuito patrocinio a cui dovrebbero accedere tutti coloro che abbiano usato le armi per difendersi da un furto o una rapina (con l'ipotesi che queste spese saranno molto basse visto che la legge serve proprio a dire che la difesa armata delle persone o della proprietà privata sarà sempre legittima). Anche in questo caso, la maggioranza minimizza, anche se la Lega insiste da tempo sul fatto che la legittima difesa è una norma simbolica e in effetti un testo analogo era stato proposto anche nel corso della scorsa legislatura.
In questo clima tra il teso e il confuso si inserisce anche la decisione di rinviare l'ok definitivo al gasdotto Tap, che dovrebbe attraversare la Puglia e al quale i Cinque stelle hanno dedicato lunghe battaglie ambientaliste. Il parere del ministero dell'Ambiente che lo stesso ministro Costa in mattinata aveva annunciato per ieri, non è arrivato e slitterà di non si sa quanto. È arrivata invece una nuova convocazione a Roma per il sindaco di Melendugno, Marco Potì, che, con i suoi tecnici, oggi porterà al ministero un ulteriore dossier in cui vengono indicate le criticità sul progetto Tap rilevate dal Comune. Un altro estremo tentativo di bloccare l'opera che porterà sulla spiaggia di Melendugno l'approdo del gasdotto proveniente dall'Azerbaijan e che nel suo tratto finale passerà in un tunnel scavato nel fondo del mare e sotto la spiaggia salentina. Il ministro dovrebbe pronunciarsi sulla regolarità dell'opera, dicendo se Tap ha rispettato tutte le prescrizioni ambientali richieste.
Sara Menafra
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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