Carceri, ok alla riforma Il no del Carroccio e del Movimento 5 Stelle

Sabato 17 Marzo 2018
Carceri, ok alla riforma Il no del Carroccio e del Movimento 5 Stelle
IL CASO
ROMA L'approvazione della riforma carceraria passa in Consiglio dei ministri, ma le probabilità di approvazione definitiva, adesso, sono inversamente proporzionali alla formazione di un nuovo governo. Il nodo resta la concessione delle misure alternative alla popolazione carceraria, che prevede, di volta in volta, il vaglio di un giudice ma non piace affatto ai partiti che hanno vinto le elezioni. Sulla questione erano intervenute le commissioni parlamentari, le modifiche, però, non sono state recepite dal Consiglio dei ministri e l'iter si complica: l'intero pacchetto torna indietro, le commissioni avranno dieci giorni per esaminarlo e rispedirlo al governo. Intanto Salvini annuncia già che la riforma va cancellata. E così il destino del decreto attuativo resta sospeso.
LA POLEMICA
«Vergogna, un governo bocciato dagli italiani approva l'ennesimo salva-ladri. Appena saremo al governo, cancelleremo questa follia», il leader della Lega, Matteo Salvini, tuona e promette di spazzare via la riforma Orlando. Gli fanno eco Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, «È l'ultima follia di un governo scaduto», e Maurizio Gasparri, Forza Italia, che definisce l'approvazione «un colpo di coda inaccettabile». Alfonso Bonafede dei Cinquestelle è sulla stessa linea: «Con questo decreto, la detenzione diventa definitivamente l'extrema ratio e la certezza della pena un miraggio, con buona pace dei cittadini che, anche su questo tema, si sono espressi chiaramente lo scorso 4 marzo». La nuova maggioranza sul punto è compatta.
L'ITER
Così, l'iter della riforma non solo viene rinviato, ma è sospeso. Dopo l'elezione dei presidenti di Camera e Senato, saranno istituite due commissioni speciali, in attesa della formazione di quelle specifiche che si occuperanno dei settori di competenza, per l'approvazione del Def, con scadenza 10 aprile (ma anche questa circostanza è incerta e legata alle deroghe che potrebbero arrivare da Bruxelles). Saranno queste commissioni a rivedere per la terza volta il testo della riforma carceraria. Se non lo faranno entro dieci giorni e non torneranno a modificare la parte che riguarda i benefici concessi ai detenuti, invisa alla nuova maggioranza, il testo tornerà direttamente al governo e sarà approvato in via definitiva. Sempre che un nuovo governo non sia ancora stato formato e sia l'esecutivo Gentiloni ad esaminare il testo.
IL NODO
Il provvedimento estende ai detenuti che abbiano un residuo di pena fino a 4 anni l'accesso alle misure alternative al carcere, come lavoro esterno e servizi sociali. A pronunciarsi, caso per caso, sulla concessione dei benefici, però, sarà sempre il magistrato di sorveglianza. Dai nuovi vantaggi restano esclusi i mafiosi al 41bis e i condannati per reati di terrorismo. Il via libera arriva a pochi giorni da una sentenza della Corte Costituzionale che, riconoscendo come legittimo il diritto a chiedere l'affidamento in prova ai servizi sociali per chi debba scontare una pena residua fino a 4 anni, indirettamente consolida l'impostazione della riforma. Le modifiche, che trovano l'approvazione del Garante nazionale dei detenuti e dei penalisti, hanno invece suscitato alcune perplessità anche nella magistratura. Orlando, intanto difende il suo testo: «Questo non è un provvedimento salva-ladri. Qualcuno tenterà di cavalcare paure. Ma nessuno uscirà dal carcere: da domani un giudice potrà valutare il comportamento del detenuto e ammetterlo a misure che gli consentano di restituire qualcosa di quello che ha tolto alla società».
Valentina Errante
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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