Brusca frenata della locomotiva tedesca pesano l'auto e le tensioni sul commercio

Giovedì 15 Novembre 2018
Brusca frenata della locomotiva tedesca pesano l'auto e le tensioni sul commercio
IL CASO
BERLINO Battuta d'arresto dell'economia della locomotiva tedesca in estate. Secondo le stime dell'Ufficio di statistica federale, nel terzo trimestre dell'anno, il Pil della Germania, per la prima volta da tre anni e mezzo, ha fatto registrare un calo dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Si tratta di una flessione più sensibile di quanto previsto dagli esperti (-0,1%). L'ultima volta che il Pil era sceso era stato nel primo trimestre del 2015, quando la flessione registrata era stata dello 0,1%. La frenata tedesca si farà sentire anche sulla crescita in Europa, in particolare in Italia considerato il fitto intreccio fra i settori industriali dei due paesi. Tuttavia, secondo gli analisti, la contrazione ha carattere temporaneo e il trend della ripresa continuerà. All'origine, i problemi dell'industria automobilistica che hanno frenato l'export. «La ripresa è stata solo interrotta nel terzo trimestre», ha precisato il ministero dell'Economia: «la causa è stata la problematica dell'industria dell'auto». Nel terzo trimestre sono infatti entrati in vigore i nuovi standard sulle emissioni delle auto. Poiché non tutti i modelli avevano la licenza per la nuova immatricolazione, le case automobilistiche sono state costrette a ridurre la produzione ed è calato quindi il numero delle vendite di auto. Secondo Ulrich Kater, capo economista della Dekabank, «la produzione di auto, ridotta a causa di carenti immatricolazioni, sarà recuperata nei prossimi mesi, la crescita sarà quindi conseguentemente maggiore». I problemi delle industrie dell'auto si sono riflessi nei mesi fra luglio e settembre anche sui consumi privati, tradizionale sostegno della congiuntura. I consumatori tedeschi ed esteri hanno rinviato gli acquisti di auto con conseguente frenata dei consumi rispetto al trimestre precedente. L'export come fattore di crescita è venuto a mancare: fra luglio e settembre, secondo calcoli provvisori, sono state registrate meno esportazioni ma più importazioni che nel secondo trimestre. A pesare sull'export tedesco anche il conflitto commerciale con gli Stati Uniti. Anche senza i problemi dell'industria automobilistica, secondo il capo economista di Commerzbank, Jörg Krämer, l'economia tedesca sarebbe cresciuta poco a causa del calo della domanda dalla Cina.
L'EXPORT
Ridotte le stime dell'export quest'anno: secondo la Confindustria tedesca (BDI), la crescita dell'export sarà del 3% contro il 3,5% previsto in un primo momento per il 2018. Secondo il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann la frenata del Pil tedesco nel terzo trimestre non rappresenta un'inversione di rotta poiché le «fluttuazioni nei dati non possono nascondere il fatto che la ripresa economica in Germania e nell'area dell'euro rimane intatta». La Banca centrale europea, ha sottolineato, «non può perdere inutilmente tempo nel lungo processo di normalizzazione della politica monetaria, i rischi e gli effetti collaterali di una politica monetaria estremamente accomodante non possono essere presi alla leggera».
Flaminia Bussotti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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