Bimbo dimenticato nello scuolabus

Sabato 1 Aprile 2017
Bimbo dimenticato nello scuolabus
Un bambino di appena 4 anni è rimasto chiuso nello scuolabus, svegliandosi dopo che il giro mattutino era già terminato e l'autista aveva parcheggiato il pulmino. È restato quindi per ore all'interno da solo, senza poter uscire e senza che nessuno sentisse il suo pianto disperato. Un vero e proprio incubo, quello che il piccolo di Porto Viro racconta ai genitori, giovedì, non appena tornato a casa. Alla solita ora, verso le 12.30. L'autista, secondo quanto riferiscono i genitori, quando l'ha riaccompagnato, avrebbe detto: «Ci ha combinato un bello scherzo, si è addormentato».
In realtà non si tratterebbe affatto di uno scherzo, almeno a giudicare dalle condizioni del piccolo, che in casa sembra preda di un pianto inarrestabile. È terrorizzato e, fra i singhiozzi, racconta ai genitori, entrambi originari dell'Est Europa, con la mamma al nono mese di gravidanza, di essere rimasto chiuso nello scuolabus per tutta la mattina. Invece di andare all'asilo, dove, infatti, risulta essere stato assente. «Vedevo solo erba e cani e gatti», dice quando gli viene chiesto dove fosse stato parcheggiato. Le sue parole inizialmente lasciano increduli i genitori. Dopo che lo scuolabus lo ha raccolto la mattina alle 8.15 alla fermata per trasportarlo alla scuola dell'infanzia Aldo Moro di Porto Viro, si è addormentato a bordo. E non è sceso insieme agli altri bambini. Nessuno si è accorto che era rimasto sul bus. Nemmeno l'accompagnatore, figura appositamente prevista. Nemmeno l'autista, che una volta parcheggiato il mezzo lo ha chiuso in un posteggio. Si sono accorti che il bimbo di quattro anni era rimasto chiuso dentro solo parecchio tempo dopo. Nel frattempo, è quello che ha raccontato ai genitori increduli, si è svegliato e, trovandosi chiuso da solo, sarebbe stato preso dalla paura ed avrebbe pianto a lungo.
Il racconto di chi lo ha riaccompagnato a casa, invece, sarebbe diverso: il piccolo infatti sarebbe stato svegliato e riaccompagnato subito a casa. In ogni caso, il piccolo dopo questa disavventura non sembra stare affatto bene, tanto che i genitori decidono di portarlo al pronto soccorso dell'ospedale di Adria, dove gli viene riscontrato uno stato di disidratazione. Una storia che, a sua volta, avrebbe provocato uno stato di forte agitazione anche nella madre. Per questo i genitori decidono di rivolgersi all'avvocato Alessandro Micucci di Adria. Il legale ascolta il loro racconto, stupito a sua volta dall'accaduto e si impegna a predisporre un esposto per chiedere che la Procura avvii immediate indagini per chiarire l'accaduto ventilando che si possano ravvisare ipotesi di reato anche gravi, come abbandono di minore, lesioni e omissione di soccorso perché il bimbo non è stato subito portato al pronto soccorso: «Abbiamo chiesto al Comune che ci fornisca chiarimenti riguardo all'azienda che gestisce il servizio e sull'associazione che attraverso volontari garantisce gli accompagnatori».
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