MARTELLAGO - Il giorno del cordoglio "di tutti" e l'inizio della lunga attesa dei funerali. Ieri è arrivata ovunque la notizia, giunta giovedì pomeriggio, del ritrovamento del corpo senza vita sotto l'hotel di Kahramanmaras, dove alloggiava, di Angelo Zen, il sessantenne tecnico orafo di Maerne che era disperso dalla notte, del 6 febbraio, del terremoto in Turchia, dove si trovava per lavoro: una morte che ha colpito anche per l'apocalisse di cui è parte.
L'attesa per il funerale
La moglie giovedì sera ha risposto, con un cuore spezzato e poi un «Grazie, a presto», anche al messaggio su Messenger del sindaco, che chiedeva di poterla abbracciare di persona per farle sentire la vicinanza della comunità tutta, ricordandole la disponibilità del Comune a ogni esigenza e il suo numero di cellulare. «Ora i suoi cari vanno lasciati tranquilli, nei prossimi giorni il mio telefono squillerà - dice Andrea Saccarola, che si è subito sentito con Simone Bontorin, il collega di Romano d'Ezzelino (Vicenza), dove Zen ha vissuto a lungo e abitano la mamma e uno dei due figli avuti dalla prima moglie - Parteciperemo entrambi al funerale e ci attiveremo per ogni richiesta sulla sepoltura»: non si sa ancora dove si terrà la cerimonia e dove Zen riposerà, se a Maerne o Romano. Ma l'attesa non sarà breve. «Per espatriare la salma serve il nulla osta del magistrato, ci vorranno diversi giorni» fa sapere Bontorin, che giovedì ha sentito la Farnesina prima di inviare un messaggio di cordoglio al figlio e al fratello di Zen, che hanno risposto con un «Grazie, ci sentiamo nei prossimi giorni».
«La vita è fragile, non sappiamo quando Dio ci chiamerà: questi fatti devono farci riflettere per dare più qualità al presente» ricorda infine il parroco di Maerne don Siro Zorzi, invitando (ora) al silenzio. «La gente di Maerne è rimasta scossa e ha espresso il suo pensiero di vicinanza e sofferenza, ma le troppe parole possono diventare invadenti. A volte parla di più una presenza silenziosa».