La pasionaria dei venetisti indagati: «Non siamo italiani: niente tasse»

Giovedì 1 Dicembre 2016 di Giuseppe Pietrobelli
Patrizia Badii
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VERONA - Era accaduto un vero parapiglia, il 23 settembre scorso, quando una pattuglia della Finanza di Schio aveva effettuato un accesso in un esercizio commerciale di Malo per controllare gli scontrini fiscali. Qualche mese prima, il 20 marzo, in una pizzeria di Trissino, sempre in provincia di Vicenza, si era svolta una scena simile. Attorno a questi due episodi ruota l'inchiesta della Procura di Vicenza che ha portato a un autentico blitz ieri. Diciannove le persone indagate. In provincia di Verona c'è Patrizia Badii, fiorentina di Scandicci che abita a Verona e che è diventata l'ispiratrice della protesta, ed è proprio lei a respingere le accuse, facendo riferimento al Comitato di liberazione nazionale Veneto e all'Autorità nazionale veneta. «Abbiamo chiesto il riconoscimento in base al diritto all'autodeterminazione dei popoli stabilito dal Patto di New York relativo ai diritti civili e politici, ratificato dall'Italia nel 1977». Ma non dovreste pagare anche voi le tasse? «Se fossimo cittadini italiani, ma non lo siamo. Anzi, abbiamo il diritto di trattenerci i soldi dello stato occupante»...
 

Ultimo aggiornamento: 08:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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