Elezioni, rivolta degli azzurri e Giorgetti si allea con Tosi

Domenica 2 Aprile 2017 di Massimo Rossignati
Elezioni, rivolta degli azzurri e Giorgetti si allea con Tosi
VERONA - Tosi-Giorgetti alleati. È una partita durissima che ha già mandato in frantumi il centrodestra scaligero quella che si sta giocando sulle Comunali di Verona, iniziata venerdì 24 marzo quando Matteo Salvini, leader del Carroccio, ha incoronato in piazza Bra come candidato sindaco del centro destra unitario Federico Sboarina, avvocato, 46 anni, presidente dell'associazione politica Battiti e figlio di un cugino di Gabriele Sboarina, il Re Lele andreottiano che governò Verona negli anni 80 del famoso scudetto gialloblu.

Da lì, la palla ha iniziato a rotolare. A spingerla giù per la china la lettera con cui Alberto Giorgetti, deputato ed ex sottosegretario in tre governi di centrodestra (Berlusconi, Monti, Letta) ha raccolto i mal di pancia della parte di Forza Italia che quel candidato non lo vuole. Una quarantina tra sindaci ed esponenti del partito hanno chiesto al Cavaliere di intervenire perché «nella nostra città sta avvenendo un fatto gravissimo. A fronte di un dialogo costruttivo che era nato tra esponenti di Forza Italia di oggi e di ieri al fine di convergere su un progetto politico inclusivo che si richiamasse ai principi liberali ed europeisti di un centrodestra moderato, assistiamo al diktat tutto romano che imporrebbe a Forza Italia di sostenere il candidato salviniano Federico Sboarina, fintamente civico e realmente legatissimo alla Lega Nord».

Bisogna ricordare che a fine novembre del 2015 proprio Berlusconi fece un endorsement su Alberto Giorgetti, perché si mettesse al lavoro con l'obiettivo di riunire il centrodestra attorno a un programma candidandolo a sindaco. Detto questo, si capisce l'attacco di Giorgetti che si è detto disposto all'abbraccio con Tosi, anche se non arrivasse il terzo mandato e se l'attuale sindaco decidesse di candidare la sua compagna e senatrice di Fare! Patrizia Bisinella, trevigiana di Castelfranco. Ma c'è dell'altro, Giorgetti non vuole Sboarina per due validi (per lui) motivi: il primo è che lui, alla Camera ininterrottamente dal 1996, nel 2018 sa di non avere più la possibilità di venir ricandidato in un posto sicuro. Il secondo sta nella voglia di quella parte di Forza Italia di tornare a contare a Verona, dopo che la Regione è passata saldamente in mano alla Lega. Con Sboarina (un civico) candidato, invece, a crescere potrebbe essere ancora una volta il Carroccio. E infatti i giorgettiani fanno notare come il nome di Sboarina, due mesi fa, l'abbia fatto per primo l'europarlamentare leghista Lorenzo Fontana.

«E allora buttiamo tutto per aria e giochiamoci la partita», avrebbe detto Giorgetti ai suoi. Partendo dal fratello Massimo che oggi siede sulla poltrona di vicepresidente del consiglio regionale. Sedia che se andasse in porto l'abbraccio con Tosi diventerà bollente: a fine anno scade metà mandato della legislatura e l'ufficio di presidenza del consiglio regionale dovrà essere riconfermato o cambiati. Non solo. La rivolta al diktat padovan-romano (a decidere su Sboarina sarebbero stati i colonnelli Nicolò Ghedini e Giancarlo Giorgetti in un vertice tenutosi a Roma mercoledì 22 marzo) pare stia costando cara anche a Tosi: i consiglieri regionali veronesi del gruppo Lista Tosi per il Veneto Stefano Casali e Andrea Bassi sono pronti a formare un gruppo a sé: dovranno però cercare un terzo consigliere visto che l'altro tosiano, il padovano Maurizio Conte, all'ultimo ha cambiato idea, decidendo di non cambiare né gruppo né nome. Esattamente come già aveva deciso la veronese Giovanna Negro eletta con Il Veneto del Fare.
«Al momento io sono di Forza Italia e attendo di vedere cosa accadrà. Capisco l'arrabbiatura di Alberto visto che la sua candidatura non è mai stata ritirata - si limita a commentare il fratello Massimo Giorgetti -. E poi non è accettabile una candidatura dall'alto che vanifica ed umilia il lavoro fatto sul territorio. Attenzione, però, non dimentichiamo cosa accadde 10 anni fa». Già: allora arrivò Berlusconi in elicottero la vigilia del termine ultimo per la presentazione delle liste e decise con Bossi che Flavio Tosi sarebbe stato il candidato del centrodestra al posto di Alfredo Meocci, fino ad allora designato.
Ultimo aggiornamento: 3 Aprile, 19:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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