Zaia: «Venezia sia città aperta ma i turisti devono prenotare»

Venerdì 4 Maggio 2018 di Alda Vanzan
Zaia: «Venezia sia città aperta ma i turisti devono prenotare»
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I tornelli della discordia, quei varchi che nel lungo ponte tra il 25 aprile e il 1° maggio sono comparsi a Venezia e hanno diviso la città tra sostenitori e detrattori, possono anche starci. Ma ad una condizione: che l'arrivo dei pendolari sia regolamentato attraverso il sistema delle prenotazioni. Altrimenti si rischia di lanciare un messaggio controproducente e cioè di poter trovare la città chiusa. È quanto afferma il governatore del Veneto Luca Zaia, da tempo sostenitore del numero chiuso.

Presidente Zaia, cosa pensa dell'iniziativa del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro di installare i tornelli?
«Prima è necessaria una domanda: l'impatto di una massa di turisti può far bene a Venezia? Su questo potremmo disquisire a lungo, ognuno potrebbe dare i suoi numeri: diecimila turisti, centomila, un milione. Un dato però è innegabile: oltre un certo numero non si può andare».
 
C'è chi ha avanzato l'idea del ticket. Lei è ancora contrario all'ipotesi di far pagare i turisti?
«In tempi non sospetti ho detto che la visita a Venezia deve essere garantita ai ricchi e a chi non ha un soldo in tasca. Venezia deve essere garantita a tutti. Bill Gates ci è venuto da povero studente e ci è tornato da miliardario. Quanti innamorati sono venuti in laguna da squattrinati e poi sono ritornati con la famiglia? Io Venezia non la vedo come l'isola degli anziani milionari, deve essere vissuta anche dai giovani».

Ma il turismo, specie il turismo mordi e fuggi, per una città delicata e fragile come Venezia è una sorta di industria pesante. Va regolamentato. I tornelli di Brugnaro sono un problema?
«I tornelli non sono un problema se la gestione a monte avviene con modalità rispettose di tutti».

Cosa vuol dire?
«Voglio dire che il sindaco fa bene a porre la questione e ad affrontarla. Ma non dev'essere una partita tra guelfi e ghibellini, sarebbe stucchevole se diventasse un ulteriore motivo di scontro».

Resta la domanda: tornelli sì o no?
«Il tornello non può portare alla chiusura della città. Non si può dire: troppi turisti, chiudiamo tutto, magari lasciando la decisione a qualche burocrate. Si rischia l'effetto discoteca: dentro uno, fuori uno, dentro un altro. Ma ve la immaginata una famiglia che dopo un viaggio arriva a piazzale Roma e trova i tornelli chiusi? A quel punto i tornelli diventano varchi».

La soluzione?
«La soluzione è un'ovvietà. Siamo abituati, e ormai anche educati, a prenotare la poltrona al cinema, il posto in aereo, il biglietto del concerto, quello della partita. Non accade mai che all'Arena di Verona ci siano file fuori di gente che aspetta di entrare. Ci va solo chi ha prenotato».

Ma Venezia non è un teatro né un cinema. È una città.
«Non sto dicendo che si deve pagare, sto dicendo che si deve prenotare perché la premessa è che oltre una certa massa di turisti non si può andare».

La prenotazione non renderebbe la vita scomoda ai veneziani?
«Tutt'altro. Perché l'accesso deve essere garantito a tutti i residenti, a tutti i lavoratori e a tutti quei turisti che dormono a Venezia. A quel punto restano solo i giornalieri, i pendolari che - pensiamo ai turisti che d'estate quando c'è nuvoloso partono appositamente da Jesolo - vogliono visitare la città. Ecco che, con la prenotazione, i tornelli hanno un senso. E avrebbero anche un altro vantaggio».

Quale?
«Aumentare i controlli. Essendo nominativa, la prenotazione sarebbe utile anche sul fronte della sicurezza. È semplice: controllo agli accessi, quote stabilite dal Comune e si evita il caos. E tutto sarebbe in linea con l'assunto secondo cui Venezia è un museo a cielo aperto. Domando: in un museo entrano le folle da stadio?».

L'idea della prenotazione potrebbe essere mal vista.
«Perché invece l'idea di arrivare a Venezia e trovarla chiusa è positiva? Oggi se la comunicazione galoppa rischiamo di sortire un effetto contrario. Gente che parte da distante e si chiede: e se vado giù e non mi fanno entrare?».

Sicuro dei vantaggi della prenotazione?
«Sarebbero almeno due: ordine e rispetto; non diffusione dell'inquietudine».
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