Il ministro del Turismo: «Affitti abusivi, pronti a dare supermulte»

Lunedì 3 Settembre 2018 di Michele Fulin
Turisti a Venezia
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VENEZIA Gian Marco Centinaio, di professione tour operator, è il ministro del Turismo del governo Conte. Leghista di Pavia, ma eletto nel collegio di Padova, parla per la prima volta dei problemi legati alla pressione turistica su Venezia.
Ministro, ritiene che sia opportuno intervenire per riformare una normativa che ha liberalizzato l’accoglienza turistica?
 

«Le dico già di sì. Il mio intento è fare come in Inghilterra, dove una struttura ricettiva deve avere un codice identificativo. Se lo hai puoi affittare, altrimenti no. Se uno affitta una stanza o un appartamento abusivamente si prende 500mila euro di multa. Una cifra talmente spropositata da dissuadere i furbi. Non posso pensare che c’è chi paga tutte le tasse e fa sacrifici e chi fa il furbo affittando abusivamente la propria casa a turisti, contravvenendo anche alle leggi di pubblica sicurezza».
Oltre a questo, ritiene di intervenire anche sulla limitazione temporale degli affitti, come hanno fatto in altri Paesi?
«Penso che ci debba essere un massimo di tempo per affittare, come accade in altri Stati. E credo che le buone idee ci siano già e basti guardare alle altre esperienze per metterle in pratica».
Ritiene che si possa porre un limite agli arrivi?
«Sono dell’idea che le città debbano essere aperte. Sono però convinto che oggi a Venezia, ma penso anche alle Cinque Terre, a Capri, occorra fare un ripensamento sull’affluenza turistica in determinati periodi dell’anno. Come? Non lo so. Non ho la bacchetta magica e vorrei presto confrontarmi con il Comune. Quello che è successo anche quest’estate con il turismo “cafone” mi fa pensare che maggiori controlli ci debbano essere. Quando pensiamo di limitare l’accesso ai turisti, però, non abbiamo la possibilità di capire se uno è cafone o no. Con i sindaci delle grandi città d’arte mi incontrerò in autunno anche per ragionare su questo, assieme agli assessori regionali».
Come giudica l’operato del Comune di Venezia, che questa estate ha installato varchi fissi (impropriamente detti tornelli) sempre aperti, ma chiudibili in caso di necessità?
«Non penso che i tornelli possano essere una soluzione. Se decidiamo che Venezia debba essere a numero chiuso, sì. In caso contrario, servono a contare la gente? Servono da metal detector come se fossimo in aeroporto? Contare i turisti non dissuaderebbe i cafoni. Venezia non è un parco dei divertimenti, non è uno stadio, è una città. Se i varchi servono per chiudere oltre un certo numero, oggi come oggi non sono d’accordo».
Come percepisce la questione grandi navi?
«Sul passaggio delle grandi navi davanti a San Marco sono critico. Non sono invece d’accordo sul fatto che le crociere portino un turismo di serie B. Io ho lavorato nel settore e posso dire che anche una crociera da 800 euro non porta necessariamente cafoni. Quelli possono esserci anche all’Hilton. Mi pare un ragionamento molto classista».
I suoi colleghi M5s Toninelli (infrastrutture) e poi Bonisoli (Beni culturali), si sono espressi su Venezia e il turismo. Le considera invasioni di campo?
«Ma no, sono dell’idea che ognuno può dire quello che vuole. Poi il ministro sono io e con il sindaco ci parlo io. Ho sempre visto queste dichiarazioni più come spunti di riflessione che come invasioni di campo. Sono molto tranquillo. È normale che quando un membro del Governo va in una località come Venezia risponda a domande sul turismo. Come faccio io, quando magari mi fanno domande su argomenti non di mia competenza. Rispondo, ma alla fine chi decide è un altro».
Quando la vedremo a Venezia?
«Molto presto».
Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 14:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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