Non occorre scomodare Filippo Tommaso Marinetti, che all'epoca del Futurismo voleva asfaltare il Canal Grande, per ricordare quanto Venezia e la laguna abbiano da sempre ispirato progettisti e visionari attirati dall'unicità della città dove ci si muove sull'acqua. Prima della cabinovia ipotizzata dalla Save aveva tenuto banco per anni il progetto di una sublagunare che avrebbe collegato l'aeroporto all'Arsenale con una fermata intermedia a Murano.
Il collegamento era contemplato nel piano triennale varato dall'allora sindaco Paolo Costa che aveva previsto un budget di circa 367 milioni per un'opera lunga poco più di nove chilometri.
Nel 2003 il Comune aveva manifestato il proprio interesse al progetto presentato da una cordata guidata da Actv e composta da Sacaim, Studio Altieri, Mantovani, Arsenale, Save Engineering, Metropolitana milanese, Net Engineering e Banca nazionale del lavoro. La chiamata di Costa a Bruxelles e i mal di pancia del centrosinistra avevano poi portato la sublagunare su un binario mroto, sancito dallo stralcio del progetto dal Piano urbano della mobilità del 2010.
Prima di quel progetto però, come si ricorderà, c'era stata un'altra sublagunare. Era il 1992 quando, con l'approvazione della legge Tognoli sui mezzi di trasporto innovativi, Venezia si era candidata a progettare una metropolitana che da Mirano avrebbe collegato Mestre, il centro storico e il Lido con una linea subacquea leggera formata da convogli a guida automatica.
Il progetto sostenuto dall'allora sindaco Ugo Bergamo si era arenato sotto la spinta delle opposizioni rossoverdi e delle associazioni che temevano per l'integrità di Venezia. E per non perdere i fondi già ottenuti dal Governo il Comune aveva dirottato i fondi al progetto del tram che, fra il 2010 e il 2015, è entrato in servizio fra Mestre e Venezia.
Va ricordato però che di metropolitana si parlava già nel Secondo dopoguerra - quando non era stato escluso neppure un collegamento stradale fra Venezia e il Cavallino - e ancora prima: nel 1911 l'ingegnere capo del Comune, Daniele Donghi, aveva progettato una metropolitana che dai Giardinetti Reali di San Marco avrebbe portato al Lido, allora in piena espansione turistica.
Un sogno destinato a finire nel corposo archivio dei progetti non realizzati a Venezia.
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