«Veleni nell'aria Venezia soffoca e le istituzioni stanno a guardare»

Sabato 9 Marzo 2019 di Tomaso Borzomì
«Veleni nell'aria Venezia soffoca e le istituzioni stanno a guardare»
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VENEZIA - «Lo smog soffoca Venezia». Tornano a farsi sentire le associazioni cittadine sul tema dell'inquinamento. Negli ultimi giorni sul tema si era spesa anche l'eurodeputata Cécile Kyenge, che assieme al presidente della municipalità di Venezia Giovanni Martini, sono arrivati fino a Strasburgo per ribadire l'importanza di trovare una soluzione a livello non solo locale. Ora, Gianpietro Gagliardi, già fondatore di Generazione 90, ha raccolto le lamentele della stessa Generazione 90, Venessia.com, Giovani Veneziani, Garanzia Civica, Legambiente Venezia, Masegni&Nizioleti.  «Siamo costretti a segnalare - scrivono le associazioni - che il 7 marzo scorso le centraline di fondo di Parco Bissuola e Sacca Fisola hanno già superato il limite di 35 giorni di sforamento annui per quanto concerne la concentrazione di Pm10 (50 microgrammi per metro cubo). Siamo dunque ufficialmente fuori legge per  il decimo anno consecutivo e con circa 300 giorni d'anticipo sulla fine dell'anno. La centralina di traffico di Rio Novo lamenta invece continui sforamenti dei limiti per il diossido di azoto».
BOTTA E RISPOSTAUn problema noto anche all'amministrazione comunale, che proprio il 7 marzo, in una nota, specificava: «Nonostante la centralina di riferimento di Bissuola negli ultimi quattro giorni abbia registrato il superamento dei 50 microgrammi per metro cubo, non verrà attivato il livello di successivo a quello in vigore (verde, ndr). Le condizioni meteorologiche previste per il 7 e l'8 marzo risultano infatti favorevoli alla dispersione degli inquinanti».
La risposta di Gagliardi non si è fatta attendere: «La questione è allarmante, affidarsi alle condizioni meteorologiche andando a fortuna, sperando che ci sia vento non può essere una soluzione, è gravissimo».
E le preoccupazioni si leggono palpabili nella nota diffusa ieri: «A Venezia si respira veleno, ma sembra non importare a nessuno - si legge - La situazione ormai è tragica e l'immobilismo delle amministrazioni comunali e regionali, che dimenticano come debba essere proprio il sindaco il responsabile della salute pubblica e quindi della tutela dei propri cittadini, ci spaventa».
LE PROPOSTENon mancano quindi le proposte, racconta Gagliardi: «Ad esempio abbandonare i motori diesel ed eliminare le stufe a pellet. Già il 24 febbraio scorso c'è stata una conferenza in cui sono emerse possibilità e alternative, che, come è giusto che sia per la salvaguardia dell'ambiente, implica impegno da parte della società a tutti i livelli, dal cittadino a chi amministra. Non sono novità, non siamo i guru dell'ambiente, non siamo nemmeno ambientalisti, siamo solo cittadini, anche non facenti parte di associazioni, che si preoccupano di questo tema a qualsiasi età». 
La richiesta alla politica è di farsi carico, su più livelli, della ricerca di soluzioni: «Il Comune preveda frequenti lavaggi delle strade - dice la nota -, eviti l'uso di soffianti e spazzole a secco per rimozione fogliame, installi colonnine elettriche nei parcheggi comunali e stazi pubblici; renda più efficace ed efficiente il servizio di trasporto pubblico per invogliare la gente a lasciare l'auto in garage; punti sul sistema elettrico, limiti il traffico acqueo e vieti l'uso di stufe a pellet, a gasolio e caminetti in centro storico e isole». Alla Regione si chiede invece di: «Elaborare una legge regionale attuativa che dia seguito all'accordo di programma del Bacino Padano siglato nel giugno del 2017 e che si preveda uno studio epidemiologico geolocalizzato». Infine, al livello più alto, lo Stato, si chiede di: «limitare l'esposizione al benzo(a)pirene, sostanza cancerogena».
Da ultimo, Gagliardi precisa come sia ora e tempo di muoversi in questo senso: «Non c'è più tempo, siamo terrorizzati».
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