Nuove regole per le vigilesse: reggiseno obbligatorio e mai appariscente

Giovedì 22 Dicembre 2016 di Paolo Navarro Dina
Nuove regole per le vigilesse: reggiseno obbligatorio e mai appariscente
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VENEZIA - Punto primo: indossare il reggiseno. Punto secondo: che non sia appariscente e sia compatibile con la divisa. Punto terzo: non essere visibile. Insomma, le vigilesse di Venezia dovranno vestirsi con decoro, nel pieno rispetto delle norme e del Corpo di Polizia locale. Ma non solo. Poco trucco, poco belletto, un tantino di fard, un pizzico di fondotinta, un lieve tocco di ombretto. Tutto senza esagerare ed essere appariscenti. E niente capelli lunghi; il taglio non dovrà essere inusuale e/o bizzarro e se la vigilesse intenderanno tenerli lunghi quando sono in servizio dovranno raccoglierli in una treccia o a “coda di cavallo” sotto il cappellino.

Benvenuti nell’articolo 35 del nuovo Regolamento di Polizia urbana del Comune di Venezia, che solo qualche giorno fa è stato approvato dalla Giunta del sindaco Luigi Brugnaro su proposta dell’assessore alla Sicurezza, Giorgio D’Este e del suo collega al Personale, Paolo Romor. Un Regolamento che mette a fuoco compiti e funzioni della Polizia locale veneziana, ma che, in alcune parti - diciamo così molto sensibili e legati alla cura della persona - ha già suscitato più di qualche malumore tra i sindacati. Anche perchè, detto per inciso, alle vigilesse è detto chiaro e tondo, nero su bianco tanto da rischiare il “cartellino rosso”, di abbandonare qualsiasi vezzo di troppo nell’arte della cosmesi e del “farsi belle”. Già. Perchè il Regolamento parla chiaro: vietata l’applicazione di ciglia e sopracciglia finte; niente unghie lunghe ammalianti e tanto meno bando completo della “nail art”, dei disegnini sulle unghie. Niente piercing.

E anche mogli e fidanzate dovranno stare attente. Giusto essere maritate o con il compagno (e ci mancherebbe!) ma l’unione dovrà essere ostentata con un solo anello, ma non sul dito pollice. I braccialetti potranno essere portati solo al braccio sinistro, e guai se gli orecchini dovessero essere “pendant”. Non se parla proprio, ma solo boules sferiche. E pure il collant dovrà essere neutro.

Ma se le donne non ridono, ce n’è anche per i maschietti. Di certo non si detta legge sulla biancheria intima (!) ma tutto il resto sì. Poca brillantina, lacca o gelatina, basette corte. Barba e baffi sono consentiti, ma senza eccedere. Insomma, “baffi a vibrissa” o arrotolati alla Checco Beppe manco a parlarne. Agli uomini è vietato il piercing e anche qualsiasi forma di cosmetico. Patti chiari e amicizia lunga. Insomma, o così o nulla, recita il nuovo Regolamento oltre a tante altre disposizioni sull’organizzazione del Corpo di Polizia Locale di Venezia (che probabilmente è molto simile a quello di tante altre città italiane ndr). Ma tutto questo ha scatenato l’ira dei sindacati. In particolare degli autonomi del Diccap che hanno deciso di contestare nel merito il documento, e in particolare la parte sulla “cura della persona”. «Troviamo queste norme - sottolinea il Diccap - offensive, umilianti e vessatorie dove si impone una cura maniacale, oltre che anacronistica, della persona e dell’uniforme. Si tratta di una serie di prescrizioni, obblighi, divieti, imposizioni e doveri che nemmeno negli eserciti ottocenteschi sarebbero stati tollerati»
Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre, 07:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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