Lo scavo del canale Vittorio Emanuele, prima opzione per le grandi navi

Venerdì 15 Febbraio 2019 di Michele Fullin
Lo scavo del canale Vittorio Emanuele, prima opzione per le grandi navi
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VENEZIA - Dopo sette anni forse è la volta buona che la vicenda Grandi navi abbia almeno una soluzione provvisoria. Già, perché di quella definitiva se ne parlerà nel prossimo decennio, se va bene; e se ci sarà un altro governo lo scenario potrebbe cambiare di nuovo. Per ora, di certo è che martedì il sindaco Luigi Brugnaro e il presidente della Regione Luca Zaia sono stati convocati dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli.
«Durante l'incontro si è registrata unità di intenti sulla necessità di spostare le grandi navi fuori dalla laguna». Questo il comunicato del Mit dopo l'incontro con Venezia terminal passeggeri e Clia, l'associazione delle compagnie da crociera. Per tutto il pomeriggio di mercoledì è rimasto il dubbio su quelle parole, soprattutto dopo che i rappresentanti delle crociere avevano fatto capire che per laguna si dovevano intendere il bacino di San Marco e il canale della Giudecca. La Clia ha infatti espresso volontà, impegno per una rotta alternativa spostando le grandi navi dal canale della Giudecca.
 
In realtà, sembra che le affermazioni non si contraddicano.
SOLUZIONE TEMPORANEAIeri dal Ministero hanno spiegato che con laguna non si intende solo il canale della Giudecca e che quindi la soluzione che il ministro individuerà e sottoporrà la prossima settimana a Brugnaro e Zaia sarà o in una delle bocche di porto (o in tutte). Prima che venga realizzata, però, dovrebbe esserci il passaggio intermedio del canale Vittorio Emanuele, che le compagnie di crociera si impegnano a portare avanti assieme all'elettrificazione della Marittima.
NO A MARGHERALa cosa che sembra sicura è invece che il Mit abbia messo una pietra sopra la soluzione di Marghera, proposta dalle passate amministrazioni ma caldeggiata anche dal sindaco attuale. La notizia è stata accolta a Ca' Farsetti con un po' di sorpresa, ma se ci sarà davvero il via libera al passaggio delle navi per il Vittorio Emanuele e il canale dei petroli per Brugnaro andrebbe comunque bene, in quanto il sindaco ha sempre sostenuto la soluzione che non comportasse la perdita della Marittima e dei relativi posti di lavoro.
LE SOLUZIONI AL VAGLIOAl momento il ministro intende tenere per sè le conclusioni, ma si può capire che tra le 14 soluzioni a lui indicate, egli sia interessato a quelle più vicine al mare o sul mare. Per cui potrebbero interessare l'avamporto dei professori agganciato all'isola del Mose (Boato-Vittadini-Giacomini e altri), il Duferco-De Piccoli anche se Venezia e Cavallino non vogliono saperne. Poi, in mare c'è la platea in cemento del cantiere del Mose a Santa Maria del Mare che sarebbe la base per un nuovo porto, ma senza collegamenti. E infine, Chioggia, che avrebbe un costo di circa 270 milioni per gli scavi senza avere né strade né ferrovie per far arrivare in sicurezza e con puntualità un gran numero di passeggeri.
La sezione veneziana del Movimento 5 stelle esulta per l'annuncio del suo ministro, pur ammettendo di non avere informazioni precise.
«Un piccolo passo nella direzione giusta - dicono - con le navi fuori dalla laguna, la difesa dei posti di lavoro, la tutela dell'ambiente e la prova che, come abbiamo sempre sostenuto, il Comitatone non ha deciso un bel niente nell'ultimo verbale».
Quello che il sindaco ha sempre ritenuto una chiara manifestazione di volontà del ministero.
Contro sindaco, Porto e Governo si esprime Andreina Zitelli, esperta di valutazioni ambientali: «Il verbale del Comitatone non aveva deciso un bel niente e l'unico progetto che ha passato le valutazioni è il Venis Cruise, inspiegabilmente fermato da anni».
Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 08:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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