Contributo di accesso a Venezia, il sindaco Luigi Brugnaro rilancia l’ipotesi tornelli

Giovedì 11 Gennaio 2024 di Marta Gasparon
Tornelli a Venezia

VENEZIA - Torna, nella città d’acqua, l’ipotesi dell’installazione dei tornelli per delimitare i flussi turistici. Una mossa strettamente connessa al tema del tanto dibattuto contributo d’accesso, che prenderà avvio da quest’anno in via del tutto sperimentale, a cominciare dal prossimo 25 aprile. «In futuro, una volta che avremo raccolto i primi dati, si potranno scegliere tante cose. Come ad esempio la possibilità di istituire dei tornelli, che sono più efficaci e molto meno dispendiosi, perché diversamente servirebbero molti stewart e personale». Parole che arrivano dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ieri mattina intervenuto alla presentazione del programma del Carnevale 2024.

Un’uscita a sorpresa: la questione dei tornelli sembrava essere ormai archiviata del tutto e le strutture metalliche alte più di un metro, caratterizzate da due varchi, definitivamente finite in soffitta. 

GLI ESPERIMENTI
Parliamo di strutture balzate agli onori della cronaca quando furono messe in funzione, per la prima volta, in concomitanza con il ponte dell’1 maggio del 2018. In quel caso ne furono installati due: uno ai piedi del ponte di Calatrava, che conduce da piazzale Roma fino alla stazione ferroviaria Santa Lucia, mentre l’altro poco distante, all’altezza del ponte degli Scalzi. Tornelli che, costantemente presidiati da agenti della Polizia locale, nel momento in cui veniva raggiunto un certo numero di presenze venivano chiusi – veneziani esclusi ovviamente – in attesa di essere riaperti dopo uno sfollamento graduale. L’idea era quella non solo di regolamentare e controllare l’accesso di un carico eccessivo di turisti in centro storico, ma pure quello di rendere il loro spostamento più sicuro. Un esperimento ripetuto nel 2019, in occasione del Carnevale, con varchi e sistema conta-persone nell’area marciana, ancora una volta per impedire la ressa e garantire più sicurezza. Uno stop agli accessi in piazza San Marco scattato all’epoca a quota 23mila ingressi.

IL FRONTE DEI CONTRARI
L’iniziativa trascinò con sé una serie di polemiche, in città, ma non solo: l’ex ministro della Cultura, Dario Franceschini, come pure l’assessore al Turismo della Regione, Federico Caner, si dissero contrari all’installazione dei tornelli. Poi l’avvento dell’era del contributo d’accesso che, dopo molti rinvii legati anche alla pandemia, è stato approvato in Consiglio e nell’arco di quest’anno prenderà ufficialmente il via con 29 giornate “da bollino”. Un provvedimento che prevede un costo di 5 euro per coloro – ad esclusione di residenti nel Comune, veneti, pendolari, studenti e pernottanti – che accederanno nella città antica in giornata, dalle 8.30 alle 16. In caso di controlli, effettuati a campione, bisognerà esibire un Qr code che sarà verificato da personale appositamente formato che, come già illustrato dall’assessore al Bilancio, Michele Zuin, si posizionerà nei punti di accesso stabiliti. Niente tornelli ma varchi aperti eventualmente delimitati con dei tendiflex, stando alle parole che aveva espresso lui stesso poco tempo fa. Fino all’intervento di ieri del sindaco. «Almeno all’inizio dovremo misurare queste nostre idee, con moderazione e senza dietrologie. E poi, numeri alla mano, potrà essere aperto un dibattito pubblico su cosa fare. Non escludo nulla. Abbiamo bisogno di capire a quanto corrisponde il numero della sostenibilità della città. Bisogna sperimentare assieme. È la prima volta che si tenta di rendere prenotabile una città», ha proseguito Brugnaro, sottolineando come il prossimo Carnevale potrebbe essere davvero l’ultimo senza contributo d’accesso. «L’idea è quella di dissuadere le persone che devono venire in città per divertimento, spingendole a farlo in giornate diverse rispetto alle 29 indicate. Tutto questo per salvare Venezia e la vita dei veneziani. Non vogliamo fare cassa ma rendere la città più vivibile». Nel frattempo continuano le riunioni con le categorie economiche ed è in fase di progettazione una campagna di comunicazione a livello internazionale, per far comprendere il meccanismo del Qr code. «Il dibattito comunque rimane aperto e proseguirà per qualche anno».
 

Ultimo aggiornamento: 13:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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