Brugnaro studia visite a prenotazione
e bacchetta Amnesty sui libri gender

Venerdì 10 Luglio 2015
Brugnaro studia visite a prenotazione e bacchetta Amnesty sui libri gender
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VENEZIA - Tra numero chiuso e apertura indiscriminata al turismo 'mordi e fuggi', il neo sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, indica una terza via. «Non escludo che si possa ragionare sull'introduzione di una prenotazione in alcuni luoghi della città come Piazza San Marco. E riguardo alla gestione dei flussi stiamo valutando tante proposte, ma credo che la strada maestra sia quella di sviluppare eventi contenuti in tutta la città metropolitana. La base per non far morire Venezia è riportare lavoro e produttività e credo che anche il turista vi verrà di più se gli sarà raccontato che è un luogo da vivere. È una scommessa da vincere, riguardo alla quale il problema è la mancanza di visione in città».



Brugnaro conferma poi lo spettacolo pirotecnico di sabato 18 per la prossima festa del Redentore («che non c'è, senza fuochi») e rilancia il progetto di una pista ciclabile sotto il Mose, «che visiteremo con Zaia, Del Rio e Cantone nei prossimi giorni».




POLEMICA LIBRI GENDER - «Persino il direttore di Amnesty International, nei giorni scorsi, mi ha scritto per attaccarmi: questo la dice lunga su come vada riaccesa la luce, in Italia, per evitare che non riparta. Se c'è gente che ha tempo di mandare mail per attaccare, così come è avvenuto anche con Goletta verde, sarebbe meglio che, prima, si candidasse alle elezioni, per vedere se la gente la pensa come loro».



L'annosa questione è quella del ritiro dei libri sulla teoria del gender. «Abbiamo fatto uscire dalle scuole tutti i libri - ha precisato, mostrando quelli che ha apprezzato e quelli scartati - per controllarli: la gran parte, come quelli sull'antirazzismo o l'inclusione sociale, che fanno parte anche della mia storia, saranno reintrodotti, a differenza dei pochi che abbiamo ritenuto non adatti per i bambini dell'asilo, visto che la teoria del gender non è integrazione: il Comune non li distribuirà più, perché decidere che libri dare sarebbe il vero fascismo, e saranno genitori ed insegnanti a prendersi le proprie responsabilità in merito, andandoli se del caso a prendere in biblioteca».



«Se c'è qualcuno che si offende - ha concluso - che lo faccia pure: i cittadini hanno votato perché questi libri non siano nelle scuole ed è questa, la democrazia.
E poi, visto che si parla tanto di conflitti di interesse, voglio vedere dove sono stati comprati questi libri. In ogni caso, è una polemica inutile, che fa male ad un certo tipo di ragionamento: c'è gente a cui piace alimentare le polemiche, mentre io voglio solo chiarire, perché l'atteggiamento delle persone intelligenti è quello di non avere certezze, ma, con umiltà, dubbi. Io li ho e quel che sto facendo, e mi è stato chiesto, è solo trasparenza».
Ultimo aggiornamento: 11 Luglio, 09:37

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