VENEZIA - Un uomo e una donna. Li hanno ripresi le telecamere di sicurezza installate sul Ponte di Rialto mentre, nella notte tra sabato e domenica, imbrattavano le saracinesche di due botteghe storiche, una di foulard e una di vetri di Murano, con la scritta di color rosso "Pops 23" divisa tra le serrande.
LA SCOPERTA
A trovarsi di fronte alla vetrina imbrattata sono stati, domenica mattina, i titolari delle attività che erano arrivati davanti ai negozi per aprirli e incominciare la giornata di lavoro. «Da quando il ponte è stato restaurato, cinque anni fa, noi eravamo stati graziati, mentre il negozio di foulard aveva da poco fatto pulire dalle scritte - aveva spiegato domenica a Il Gazzettino Alvise De Polignol, titolare del negozio "Vetri del ponte" - Evidentemente l'altra notte hanno scelto le nostre saracinesche che apparivano linde».
I PRECEDENTI
A inizio agosto ecco i primi graffiti sul Ponte di Rialto, nel retro di uno dei negozi, lungo la scalinata esterna che conduce verso palazzo dei Camerlenghi, sede della corte dei conti. Graffito che sembra opera della stessa mano che ha imbrattato anche la facciata esterna del Fontego dei Tedeschi, sul lato del ponte de l'Ogio. Pochi giorni dopo la comparsa di quella scritta, Matteo Secchi, uno dei principali attivisti di Venessia.com, aveva ripulito il finestrone con la stessa vernice autorizzata dalla Soprintendenza che era stato impiegato nel 2014, quando il gruppo social aveva organizzato un cleaning day cittadino, andando a sistemare molti muri imbrattati in città. In passato vandali avevano imbrattato ripetutamente la chiesa di Sant'Antonin con schizzi e graffiti. Nel maggio 2022 anche la basilica del Redentore è finita nel mirino di uno street artist altoatesino senza alcun rispetto per il patrimonio artistico. La notte del 29 settembre 2018 era toccato a uno dei due leoncini di San Marco, realizzati in marmo rosso di Cottanello.