Ultima Spiaggia, scoppia un altro caso: annunciato ricorso al Tar

Mercoledì 6 Giugno 2018 di Diego Degan
Ultima Spiaggia, scoppia un altro caso: annunciato ricorso al Tar
CHIOGGIA - Scoppia un  altro caso per quel tratto di spiaggia che “rimpalla” sempre tra la parrocchia di Ca’ Lino e il Comune di Chioggia e per il quale non si fanno mai gare per affidare la gestione. Il presidente Ascot, Giorgio Bellemo, annuncia ricorso al Tar dopo la delibera di giunta che assegna alla diocesi di Chioggia e alla parrocchia di Ca’ Lino la gestione dell’ambito 62 del litorale di Isola Verde, la cosidetta Ultima Spiaggia,  che aveva messo il sindaco Alessandro Ferro sulla graticola di un presunto conflitto d’interesse.

Ma perché non si fanno mai gare per affidare la gestione di quel tratto di spiaggia che rimpalla sempre tra la parrocchia di Ca' Lino e il Comune? Se lo chiede, anche per conto dei suoi associati, proprio il presidente Bellemo, che annuncia un ricorso al Tar dopo la delibera di giunta (del 17 aprile) e la determina del dirigente (del 22 maggio) che assegnano alla diocesi di Chioggia e alla parrocchia di Ca' Lino la gestione dell'ambito 62 del litorale di Isola Verde. Denominazione un po' oscura, ma salita alla ribalta poco più di un anno fa, quando la più semplice dicitura di Ultima Spiaggia, ad essa correlata, aveva messo il sindaco, Alessandro Ferro, sulla graticola di un presunto conflitto d'interesse.
LA VICENDA
Ultima Spiaggia, infatti, era il nome dello stabilimento balneare e della società, di cui il sindaco era socio accomandatario, che confinava con l'ambito 62 e che l'aveva ereditato, nel 2014, dalla stessa parrocchia di Ca' Lino, la quale l'aveva gestita come colonia estiva fino al 2010. Anche in quel caso il subentro tra la parrocchia e l'Ultima Spiaggia, autorizzato dal Comune, era avvenuto senza gara e una seconda società, la Chiara srl, aveva presentato ricorso al Tar ritenendo illegittima la procedura. Il Tar, nel 2015, diede ragione alla Chiara srl e il Consiglio di Stato (a cui si era rivolta Ultima Spiaggia) confermò la sentenza nel 2016, dichiarando l'annullamento del provvedimento di subingresso. Nel 2017, però, il Comune non aveva ancora rimesso in gara la concessione e la vicenda, in aprile, passò dalle ovattate stanze degli avvocati alla pubblica piazza, con un clamore mediatico non indifferente. Lo stesso sindaco Ferro finì sotto inchiesta per abuso d'ufficio ma lo seppe solo a novembre, quando il magistrato chiese la proroga delle indagini.
Fu lui stesso a rendere nota la circostanza con un messaggio su facebook, in omaggio alle regole del Movimento 5 stelle, promettendo anche che avrebbe reso noti eventuali sviluppi. Da allora non si è saputo più nulla e la proroga delle indagini dovrebbe essere terminata a fine maggio. Ferro, nel frattempo, ha lasciato la società Ultima Spiaggia e, quindi, nella vicenda attuale dell'ambito 62, non c'entra nulla. Resta il fatto che, con una delibera di indirizzo del 17 aprile, la giunta (assente il sindaco) aveva deciso, «nelle more dell'acquisizione delle aree retrostanti» (che sono tuttora demaniali, ma che consentirebbero la creazione di nuove strutture a servizio della spiaggia) «di mantenere una destinazione sociale e non commerciale dell'area, destinandola a soggetti operanti nel terzo settore, per un anno, eventualmente prorogabile per un ulteriore anno». E, a seguito della richiesta presentata il 27 aprile, dalla parrocchia e dalla diocesi, il 22 maggio il dirigente ha assegnato l'area (3572 metri quadri) ai richiedenti, a fronte di un affitto di 458,33 euro l'anno. Sempre senza alcuna gara.
 
Ultimo aggiornamento: 7 Giugno, 11:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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