Troppi turisti nei bus, porte chiuse: i pendolari restano a terra

Mercoledì 29 Agosto 2018
Troppi turisti nei bus, porte chiuse: i pendolari restano a terra
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MESTRE - Salire in autobus in via della Libertà per raggiungere Mestre è diventato un bel problema. Perché i mezzi che da piazzale Roma tornano in terraferma partono praticamente già pieni da Venezia e quando arrivano all'altezza del Vega e della Fincantieri spesso e volentieri non riescono neppure ad aprire le porte. La fascia oraria più critica è quella che va dalle 17 alle 19, quando i pendolari che lavorano in centro storico riprendono la via di casa e si trovano a sovrapporsi da un lato ai turisti che rientrano, dall'altro, e soprattutto, ai tanti operai che lavorano alla Fincantieri e che alla fine del turno si riversano alle fermate. L'abbiamo testato in diretta, viaggiando  su un paio di linee che già a piazzale Roma si sono riempite di passeggeri appena l'autista ha aperto le porte per far scendere chi era a bordo e spento il motore per la sosta in attesa della corsa di rientro. D'altronde, specialmente all'ora di punta, vedere la banchina di partenza piena di persone in attesa dell'autobus è un'immagine divenuta abituale. Da piazzale Roma verso via della Libertà muovono parecchie linee, tutte frequentatissime e tutte servite da autosnodati da 18 metri capaci di portare 180 passeggeri, con partenze a ripetizione, ogni 10, massimo 12 minuti. Il 2, che va verso la stazione e via Piave e poi raggiunge Carpenedo, è sempre stracolmo, tanto che quando si arriva alle fermate al di là del ponte della Libertà salire e scendere è un rebus. Posso scendere davanti?, la richiesta che viene spesso rivolta ad alta voce al conducente perché, con gente dappertutto, è un'impresa raggiungere la porta di mezzo adibita alla discesa. Capita anche che per fare strada c'è chi deve fare qualche passo indietro e mettere piede a terra per poi risalire guadagnando un minimo di spazio praticamente schiacciato sulle porte. «In queste condizioni non sono più disponibile a viaggiare. Piuttosto prendo il treno», racconta un professionista che lavora al Vega e che era abituato ad andare e venire con l'autobus.
CAOS ALLA FINCANTIERIDavanti alla Fincantieri capita di vedere una sorta di assalto alla diligenza, con gli operai a fine turno che spesso attraversano la strada di corsa e a frotte cercano di salire sul primo mezzo utile. Soprattutto all'ora di punta, gli spintoni non mancano. Se prima viaggiare come sardine ci pareva disagevole, adesso sembra il male minore piuttosto che dover restare a terra e aspettare la prossima corsa sempre con l'incognita di non farcela a trovare posto, racconta uno. Più di qualche autobus deve sostare più del previsto perché se a bordo ci sono così tante persone che le porte non si chiudono, è evidente che non si può partire fintanto che non ci sono le condizioni di sicurezza. Piuttosto che correre rischi qualche autista che da piazzale Roma parte già al massimo carico preferisce saltare la fermata perché fermarsi per dare il via ai giochi ad incastro non ha senso. Formalmente non si potrebbe, perché a ogni fermata bisognerebbe fermarsi, mostrare che si è pieni e riprendere la corsa, ma di fronte alla ressa c'è chi ritiene che sia di buon senso evitare lo stop peraltro in un punto della viabilità ad alto scorrimento dove l'autobus viene superato a gran velocità dai mezzi che sopraggiungono da dietro. Ultimamente la situazione è peggiorata. Salire per non respirare, soprattutto con il grande caldo estivo, non è il massimo della vita, spiega un pendolare. La pressione si allenta dopo il cavalcavia: nel caso del 2 molti scendono alla stazione, nel caso del 4L all'inizio di Corso del Popolo. Sono le stesse fermate che, a direzione invertita, registrano la salita di massa dei tantissimi che ad ogni ora partono per piazzale Roma, riempiendo gli autobus in ogni posto.
Alvise Sperandio 
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